Cosa c’è nel portafoglio azionario dei Pir

Euromobiliare Pir Italia Flessibile, Amundi Sviluppo Italia e Eurizon Pir Italia 30 hanno realizzato le performance migliori negli ultimi 12 mesi. Ecco quali sono state le mosse relative alla componente equity.

Francesco Lavecchia 24/10/2018 | 09:37
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I fondi Pir devono continuare a fare il tifo per la ripresa delle mid e small cap italiane. I segmenti delle stock di media e piccola capitalizzazione scambiate a Piazza Affari hanno ceduto negli ultimi 12 mesi rispettivamente il 17 e il 28% (in euro al 22 ottobre 2018) e questo ha pesato sulle performance dei comparti con una politica di investimento conforme ai vincoli dettati dalla normativa per i piani individuali di risparmio.

Dei comparti attualmente autorizzati alla vendita in Italia, nessuno ha registrato un rendimento positivo e la perdita media è stata del 4,5% (al 30 settembre 2018). Nonostante la performance negativa, alla luce dei vantaggi fiscali di questa forma di investimento è interessante capire quali siano stati quelli che hanno performato meglio e perché (l’analisi prende in considerazione i rendimenti dal 22/10/2017 al 22/10/2018 per uniformità di giudizio e solo i fondi per i quali Morningstar riceve i dati di portafoglio). 

Euromobiliare Pir Italia Flessibile, Amundi Sviluppo Italia e Eurizon Pir Italia 30 sono i fondi che si sono comportati meglio negli ultimi 12 mesi cedendo rispettivamente l’1,40, l’1,56% e l’1,81%. Tali perdite, comunque, sono state prodotte in larga parte dal negativo andamento delle Borse da inizio anno, mentre l’ultima parte del 2017 per i listini di Piazza Affari si era conclusa sostanzialmente attorno alla parità. 

Profilo commissionale conveniente per Euromobiliare Pir Italia Flessibile 
Il fondo Euromobiliare, che appartiene alla categoria Morningstar Bilanciati Moderati, al 30 settembre presenta un portafoglio prevalentemente investito in obbligazioni (65%), mentre la componente azionaria e di liquidità si dividono quasi equamente la parte restante del patrimonio. Le prime 10 holding pesano complessivamente per il 17% circa e sono rappresentate da titoli obbligazionari prevalentemente di natura corporate, mentre l’investimento azionario predilige le società di piccola e piccolissima capitalizzazione (pari a circa il 60% del totale).

Dall’analisi della componente azionaria del portafoglio si nota come rispetto alla media di categoria il comparto sovrappesi i settori finanza, beni industriali e utility, le cui percentuali (fatto 100 la quota azionaria del portafoglio) sono più alte rispettivamente di 500 punti base, 1400 pb e 800 pb, e sottopesi il settore beni di consumo difensivi (di circa 500 pb). Tuttavia, non è stata la diversa asset allocation a permettere al comparto Euromobiliare Pir Italia Flessibile di primeggiare tra quelli Pir, bensì alcune scelte che hanno creato valore come l’esposizione a Technogym, ERG e Amplifon che, nel periodo in considerazione, hanno guadagnato rispettivamente il 40,5%, il 36,22% e il 27,7%.  Le spese correnti del fondo riportante dal Kiid (1,36%) sono inferiori alla mediana dei comparti Pir compliant venduti in Italia. 

Buono lo stock picking di Amundi Sviluppo Italia
Il comparto Amundi Sviluppo Italia a fine mese di settembre si è classificato nell’11esimo percentile della categoria Morningstar Azionari Italia in base al rendimento realizzato negli ultimi 12 mesi. Il gestore del fondo alloca solo il 20% degli attivi in stock large cap, mentre il resto del patrimonio è investito in titoli di società di media (50%), piccola (26%) e piccolissima capitalizzazione (4%) con una forte preferenza per quelle ad alta propensione di crescita degli utili futuri. Il portafoglio è ben concentrato (circa 50 titoli) e i primi 10 rappresentano quasi il 40% degli asset complessivi.

La scelta che ha premiato maggiormente è stato il sottopeso dei comparti telecom e finanza a favore di quelli salute e tecnologia. Un contributo prezioso è stato offerto anche da qualche deviazione dal benchmark relativamente al peso di alcuni titoli, come ad esempio la scelta di sottopesare OVS e Leonardo che, nel periodo considerato, hanno registrato forti perdite, e di aumentare l’esposizione a Brunello Cucinelli, Technogym e Amplifon, che invece nel periodo considerato hanno registrato guadagni compresi tra il 27% e il 40%. Le spese correnti del fondo riportante nel Kiid (1,88%) lo posizionano nel quartile più costoso dei 40 prodotti Pir compliant venduti in Italia.

Eurizon Pir Italia 30 esagera con i finanziari
Eurizon Pir Italia 30 è stato tra i migliori comparti Pir compliant ma ha sottoperformato la categoria Morningstar dei Bilanciati Prudenti di cui fa parte di 79 punti base classificandosi nell’80esimo percentile. Il fondo investe il 30% dei suoi attivi in equity prevalentemente di stile Mid Blend, ma i primi 10 titoli in portafoglio, che rappresentano il 20% del patrimonio complessivo, sono tutti corporate bond delle principali blue chip di Piazza Affari come Assicurazioni Generali, Unicredit, Intesa Sanpaolo ed Eni.

Sulla performance del fondo ha pesato negativamente il forte sovrappeso del comparto finanza, tre volte superiore a quella della media di categoria, mentre la maggior esposizione ai titoli Amplifon ed ERG ha dato un contributo positivo. Le spese correnti, pari al 1,47%, sono in media con quelli degli altri prodotti presi in esame.

 

 

 

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Amundi Sviluppo Italia A7,65 EUR1,52Rating
Eurizon PIR Italia 30 PIR5,81 EUR0,43Rating
Euromobiliare PIR Italia Flessibile A  

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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