Esercizi per trovare le società migliori

Lettura dei bilanci, calcolo degli indici e dei multipli di mercato, confronto con i competitor. Sono i passi fondamentali per avvicinarsi all’investimento diretto in azioni.

Francesco Lavecchia 20/09/2018 | 09:35
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L’obiettivo di chi investe in azioni è quello di acquistare buone aziende pagandole a un prezzo conveniente. Per questo, il primo passo da compiere è quello di cercare gli annual report delle società e leggere con attenzione la descrizione del loro modello di business. 

A questo proposito prendiamo come esempio Fiat Chrysler Automobiles, società attiva nel settore automotive. La maggior parte delle persone conosce i suoi marchi, ma è bene capire meglio quali siano tutti rami di attività che fanno capo al gruppo e in quali regioni sia operativo. La società italo-americana ha un portafoglio brand che comprende Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Jeep, Ram, Abarth, Fiat Professional e, nel segmento luxury, Maserati (Ferrari è controllata da Exor). E’ attiva anche nella componentistica e nei sistemi di automazione grazie alle controllate Magneti Marelli, Comau e Teksid. 

Il secondo passo è analizzare il contesto competitivo e la posizione dell’azienda al suo interno. Per questo motivo conviene leggere anche la sezione del rapporto annuale dedicata ai principali fattori di rischio che possono condizionare le performance. E’ necessario, infatti, capire se le vendite sono legate al ciclo economico, se il livello della concorrenza è elevato e quali sono i fattori determinanti nel successo sui competitor.

Fca, ad esempio, opera in un settore molto ciclico e in cui la competizione è molto forte, sia sul prezzo che sull’offerta di modelli. Per questo, a meno di non ricavare una quota significativa per proprio fatturato dalla vendita di marchi di lusso, dai quali si riescono a ricavare margini di profitto più ampi, o di non avere volumi di produzione talmente elevati da ridurre l’incidenza dei tanti costi fissi, la redditività del business è bassa. E Fiat Chrysler non può contare su nessuno dei due elementi.

Guida alla lettura dei bilanci
Il terzo step è quello di guardare i conti delle aziende. Leggere un bilancio, specie per chi non lo ha mai fatto, non è una cosa immediata. Ma avendo un’idea più chiara del modello di business della società può essere più semplice. Bisogna comunque tenere a mente alcune regole base:

1)    Mai fermarsi a guardare i risultati dell’ultimo anno, ma prendere un orizzonte temporale di almeno un lustro. Di solito i bilanci offrono il confronto con l’anno precedente o degli ultimi due, ma non basta. Bisogna avere la pazienza di ricercare gli ultimi quattro o cinque annual report.

2)    Analizzare l’andamento dei ricavi e degli utili nel periodo preso in considerazione per verificare l’esistenza di trend crescenti o decrescenti. Guardare alla loro ripartizione per segmento di business e per area geografica. Se, ad esempio, una società crea la maggior parte del suo fatturato da un’attività a basso valore aggiunto, avrà una redditività molto bassa, mentre se è molto esposta a regioni o Paesi molto instabili dal punto di vista economico o politico rischia di registrare brusche contrazioni delle vendite. Inoltre, l’analisi delle voci per trimestre permette di verificare l’esistenza di stagionalità nei risultati.

3)    Controllare gli indici di bilancio legati alla situazione patrimoniale, economica e finanziaria e confrontarli con quelli medi delle altre aziende del settore e con quelli degli ultimi quattro o cinque anni. Questi valori non sono solitamente presenti negli annual report delle aziende, ma è possibile trovarli in alcuni siti come Morningstar.it (clicca qui per vedere un esempio per Fca e vai sul Glossario per la loro definizione). Il confronto è fondamentale per capire se i risultati di una società siano frutto di condizioni generali favorevoli o se invece sia riuscita a sovraperformare la media. 

Come capire se il prezzo è conveniente?
L’ultimo passo, il più complicato, è valutare la convenienza del prezzo al quale le azioni della società sono scambiate in Borsa. Uno dei modi per fare questo è guardare ai multipli di mercato del titolo come i rapporti Price/Earning (P/E), Price/Book (P/BV) e Price/Sales (P/S) (vedi Glossario per la loro definizione). Anche in questo caso è necessario fare un confronto con la media del settore e con i valori storici della società.

Nel primo caso, numeri troppo alti rispetto alla media potrebbero mettere in guardia sul fatto che il titolo sia scambiato a premio rispetto al suo valore reale. Nel secondo, se i risultati di un’azienda sono fortemente legati alle sorti dell’economia, è più facile capire se l’azienda stia sovra o sottoperformando o se sia lecito aspettarsi un periodo di espansione o di contrazione degli utili. Infine è importante confrontare gli indici P/E e P/B con il ROE (Return on equity) dell’azienda. Se valori elevati di P/E non saranno accompagnati da ROE generosi vorrà dire che il mercato sta sopravvalutando il titolo. Viceversa, in presenza di una redditività del capitale superiore alla media e multipli bassi, ci sono buone possibilità di investire in un titolo value.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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