Le small e mid cap Usa applaudono Donald

La guerra sui dazi doganali con Europa e Cina potrebbe danneggiare le large cap, ma fare bene alle piccole e medie aziende americane. Che intanto fanno salire i fondi specializzati.

Marco Caprotti 26/07/2018 | 09:40
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Non tutti si disperano per i dazi doganali Usa. “La guerra sulle tariffe fra Stati Uniti, Europa e Cina sta facendo nascere fra gli investitori dei dubbi sugli effetti che la situazione avrà sulle grandi multinazionali americane e sui loro titoli in Borsa”, spiega Tony Thomas, analista di Morningstar. “Chi invece potrebbe benficiarne sono le piccole e medie aziende che, di solito, lavorano e vendono all’interno dei confini domestici”. Gli indici maggiori americani per il momento non sembrano aver sofferto molto, grazie soprattutto alla tenuta di società growth come Facebook e Netflix. Decisamente tonica, la situazione dei panieri dedicati alle mid e small cap. L’indice Morningstar dedicato alle medie capitalizzazioni Usa nel trimestre chiuso a giugno ha guadagnato l’8,63% (in euro, +3,12% in dollari). Quello riservato alle piccole è salito del 12,73% (+7,02%).

Indici Morningstar Us Mid cap (in blu) e Small cap (in verde)
smallmid

Dati in euro aggiornati al 24 luglio 2018
Fonte: Morningstar Direct

Un Oro fra le small
Nella categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono nelle small cap Usa il rating più alto (Gold) è di Dimensional US Small Company. “Il comparto si concentra sulle azioni che rappresentano il 10% più piccolo delle società Usa per capitalizzazione di mercato”, spiega Monica Dutt, fund analyst di Morningstar in un report del 20 luglio 2018. “Il primo passo del processo di investimento è quello di eliminare le aziende meno profittevoli e con i prezzi più alti. In generale, la capitalizzazione media è inferiore a quella della categoria Morningstar US Small-Cap Equity. Il portafoglio è ben diversificato e di solito include circa 1.700 titoli. Le prime 10 posizioni rappresentano meno del 3%. Questa quantità di azioni permette di limitare le operazioni di trading. Il livello di turnover si aggira intorno al 15%, molto al di sotto della media dei concorrenti”. Nella categoria gli altri due rating positivi (Bronze) sono di Schroder ISF US Smaller Companies e Legg Mason RY US Small Companies Opportunities.

Nelle medium solo Bronzo
Nella categoria specializzata sulle mid cap americane, ci sono tre fondi con Analyst rating, tutti Bronze.

Parvest Equity USA Mid Cap
“Il gestore e il suo team applicano un processo di investimento disciplinato che prevede l’uso della ricerca fondamentale per identificare società con un business solido, un buon management e valutazioni interessanti”, scrive Fatima Khizou, fund analyst di Morningstar in un report del 12 febbraio 2018. “In particolare, cerca titoli con quote di mercato in crescita e poco debito. Le capitalizzazioni vanno da 2 a 29 miliardi di dollari. Le valutazioni giocano un ruolo importante nelle decisioni di investimento. Una volta fatto l’acquisto, l’asset resta a lungo in portafoglio e il turnover risulta quindi molto basso”.

Robeco BP US Select Opportunities Equities
“Il manager cerca di acquistare società che ritiene sottovalutate e che si posizionino bene su due altri pilastri: fondamentali e momentum”, spiega Natalia Wolfstetter, fund analyst di Morningar in un report dell’11 agosto 2017. “Il processo inizia con un’analisi quantitativa su un universo di 3mila titoli. Quelli che ottengono il punteggio più alto vengono sottoposti ad altre analisi, anche fondamentali, per validare il risultato e ridurre l’insieme a 100-150 nomi per i quali si cerca di capire se c’è un elemento che possa sbloccare il prezzo (un nuovo prodotto, il cambio del management, un programma di ristrutturazione). Il portafoglio finale consiste in 100-130 titoli”.

Schroder ISF US S&M Caps Equity
“L’universo di investimento è formato da 2mila nomi con una capitalizzazione di mercato che va da 750 milioni a 10 miliardi di dollari”, spiega Lena Tsymbaluk, fund analyst di Morningstar in un report del 4 giugno 2018. “Metà dei titoli sono eliminati immediatamente, di solito per problemi legati alla qualità del management, alla liquidità o perché lavorano in settori con basse barriere all’entrata dei concorrenti. Metà del fondo è investito in azioni in cui il potenziale di crescita nel lungo periodo non viene adeguatamente apprezzato dal mercato e, di conseguenza, non è espresso dalle quotazioni. Fra il 20 e il 50% del portafoglio è in azioni che abbiano crescita dei guadagni costante anche se moderata (i cosiddetti steady-Eddie). Fino al 10% del fondo può essere investito in scommesse di breve periodo su ristrutturazioni aziendali”.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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