Il Moat tutela l’azionista e la sua cedola

Un’analisi di Morningstar dimostra come puntare su aziende con elevato vantaggio competitivo riduce la probabilità di incappare in un profit warning o in un forte taglio del dividendo.

Francesco Lavecchia 26/06/2018 | 15:27
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La cedola è più al sicuro se c’è il Moat. Investire in aziende con un elevato vantaggio competitivo non dà garanzie sulla possibilità di avere un dividendo sicuro, ma un’analisi condotta dagli analisti di Morningstar dimostra come le società di questo tipo siano meno esposte al rischio di profit warning o di una revisione della politica di distribuzione degli utili. Il vantaggio di questa strategia, in questo caso, è doppio: da una parte si tutela la componente fissa del rendimento della stock e dall’altra si evita di essere danneggiati da possibili scivoloni delle quotazioni del titolo in seguito a possibili tagli della cedola.

Chi taglia la cedola
Osservando il campione delle azioni quotate sui listini americani che sono coperte dall’analisi Morningstar e che staccano dividendo si nota l’esistenza di una forte correlazione tra il Moat dell’azienda e la sua capacità di mantenere o aumentare la cedola. Analizzando i dati dello scorso anno si nota come solo nell’8,8% dei casi le società con un ampio vantaggio competitivo abbiano tagliato il dividendo. La percentuale si mantiene sotto il 18% nel caso di aziende con Moat medio. Mentre la quota sale al 30% nel caso di società con Moat assente.

I numeri si riducono ulteriormente quando si estende l’orizzonte temporale agli ultimi tre anni: in questo caso solo il 6,3% dei titoli con Moat elevato e il 12,9% di quelli con Moat medio hanno ridotto la quota di utili distribuiti agli azionisti. Mentre la percentuale relativa alle imprese senza vantaggio competitivo si mantiene stabile attorno al 30%.

 

Figura 1: Livello di Moat e crescita della cedola 

Divid moat 3anni

 

Il secondo fattore analizzato è la relazione tra il Moat e il taglio della cedola. Per le aziende che hanno diminuito il dividendo negli ultimi tre anni si calcola che il calo sia stato del 17,1% per quelle con Moat assente, dell’11,9% per quelle con Moat medio e solo del 7,4% per quelle con Moat ampio. A dimostrazione della capacità delle società con elevato vantaggio competitivo di limitare i danni nel caso in cui sopraggiungano condizioni di mercato avverse.

Quando e perché cresce il dividendo
Il terzo dato è relativo all’ammontare della crescita della cedola e, in apparenza, sembra cozzare il risultato precedente. Le stock che non hanno Moat hanno registrato un progresso dei dividendi del 15%, superiore a quello delle azioni con Moat medio (+14,2%) e a quelle con Moat elevato (+10,7%). Il risultato è meno strano di quella che sembra. Quando una società è stabilmente e in maniera continuativa in una posizione di vantaggio all’interno di un settore, i suoi tassi di crescita degli utili si riducono e con essi anche quelli della cedola. Diversamente, le imprese emergenti tendono ad avere un profilo più growth e cercano di attirare gli investitori anche attraverso una politica di dividendo generosa.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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