Bond globali, perché conviene coprire il rischio di cambio

Secondo uno studio Morningstar, l’hedging garantisce una minor volatilità e un miglior rapporto rischio-rendimento. Soprattutto con i governativi.

Francesco Lavecchia 21/06/2018 | 09:20
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Diversificare il portafoglio è necessario. Farlo stando attenti al rischio dei tassi di cambio è meglio. A volte chi investe in titoli denominati in valuta estera decide consapevolmente di puntare sul suo apprezzamento al fine di ottenere un guadagno aggiuntivo, tuttavia i numeri dimostrano che il gioco non vale la candela: in alcuni periodi il rischio è premiato da una performance più elevata, mentre in altri il deprezzamento delle valute erode l’extra-rendimento. 

L’hedging migliora il profilo rischio-rendimento
Mettendo a confronto l’indice obbligazionario FTSE World Global Bond Index (in euro) con il suo analogo coperto (o hedggiato, come dice qualcuno) rispetto alla variazione dei tassi di cambio si nota come su intervalli temporali di lungo periodo la differenza in termini di rendimento non sia significativa (100 punti base su tre anni e poco più di 150 pb su cinque anni) e che a fronte di questa esigua sovraperformance il benchmark senza hedge abbia una volatilità molto più pronunciata (due volte più grande su cinque anni; quasi tre volte su 10 anni, Figura 1).  

 

Tabella indici 

La dimostrazione della superiorità dell’indice coperto sotto il profilo rischio-rendimento è data dal confronto dei valori dello Sharpe ratio (una misura di rendimento corretto per il rischio) che nel caso del paniere coperto dal rischio di cambio è due volte più grande di quello non hedggiato. L’effetto prodotto dal meccanismo di hedging, dicono gli analisti, è più evidente sui titoli governativi piuttosto che su quelli corporate. Le emissioni statali, infatti, tendono a essere meno volatili in valore assoluto e per questo la dispersione prodotta dalla fluttuazione delle valute ha un peso più elevato sulla volatilità complessiva del titolo. 

La copertura del rischio di cambio è dunque la strategia migliore, ma anche chi decide di non tutelarsi in questo senso ha le sue ragioni: sebbene il costo dell’hedging sia sceso significativamente negli ultimi anni, gli investitori devono mettere in conto di spendere in più tra lo 0,10% e lo 0,20%. E i costi salgono ancora nel caso di emissioni di paesi emergenti. Tali oneri non sono espressi nei documenti informativi, ma sono pagati indirettamente sotto forma di rendimenti più bassi. 

I prodotti a disposizione degli investitori
Per gli investitori che volessero prendere posizione sui mercati obbligazionari globali ma senza esporsi al rischio dei tassi di cambio, le opzioni a disposizione non mancano. Tra i prodotti del risparmio gestito autorizzati alla vendita in Italia e con Analyst rating positivo (pari a Bronze) ci sono i fondi PIMCO GIS Global Bond e BlackRock Global Funds World Bond.

PIMCO GIS Global Bond è disponibile in diverse versioni di copertura valutaria. Il team di gestione, guidato da Andrew Balls e dai co-gestori Sachin Gupta e Lorenzo Pagani, vanta una grossa esperienza sui mercati obbligazionari europei e globali e può fare affidamento su una squadra di analisti ben equipaggiata e su un processo di investimento consolidato nel tempo. Sulla base delle view di mercato di PIMCO, il trio adotta un approccio top-down per definire il posizionamento del fondo sui vari settori, paesi e sulla curva dei rendimenti.

La parte prevalente degli attivi è destinata all’investimento in emissioni Usa, della zona euro e del Giappone, anche se il team ha ampia flessibilità nel variare la ripartizione settoriale del portafoglio e il peso delle diverse aree geografiche. Il track record di Balls è limitato, ma il fondo ha dimostrato di essere in grado di sovraperformare costantemente la media di categoria e il paniere di riferimento (indice Bloomberg Barclays Global Aggregate). A pesare sul rendimento dei sottoscrittori, però, ci sono le elevate commissioni.

Il comparto BGF World Bond può contare su un gestore di grande esperienza come Scott Thiel (anche vice Cio del gruppo fundamental fixed income di BlackRock), su un team specializzato in global bond che conta nove professionisti dell'investimento, oltre che su specialisti del credito, dei tassi di interesse, delle valute estere, dei corporate bond e dei titoli governativi. Il gruppo di gestione adotta un approccio top-down e punta a generare un extra-rendimento attraverso la rotazione settoriale del portafoglio, il picking delle emissioni e delle posizioni speculative sulla curva dei rendimenti. La gestione della duration e la selezione dei paesi, invece, hanno un ruolo secondario.

I molteplici driver dell’alfa del fondo, insieme all'approccio disciplinato alla gestione del rischio nel portafoglio, hanno contribuito al solido track record del comparto durante la gestione di Thiel. L’obiettivo di investimento del fondo di sovraperformare il benchmark (Barclays Global Aggregate USD-hedged) di 100-200 punti base (al lordo delle commissioni) in un orizzonte temporale di lungo termine è giudicato dagli analisti come prudente, ma le performance storiche danno ragione al gestore. Le spese correnti del comparto sono in linea con la mediana dei fondi appartenenti alla stessa categoria e non pesano negativamente sul rendimento.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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