Le Borse non si occupano di politica

L’esito delle urne non ha condizionato le contrattazioni sul listino milanese. Dopo qualche incertezza l’indice Morningstar Italy è riuscito a risalire grazie alle buone performance di industriali e beni di consumo ciclici. La valutazione media del mercato azionario italiano è al momento in linea con il fair value.

Francesco Lavecchia 14/03/2018 | 12:18
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Le elezioni si risolvono con un nulla di fatto anche sui listini. Attesa da alcuni, con la speranza che potessero dare un nuovo slancio alle contrattazioni, temuta da altri, per il rischio di possibili speculazioni finanziarie, la tornata elettorale è passata senza lasciare alcun segno. Almeno per ora.

La debolezza dei listini di Piazza Affari nella settimana che ha preceduto il voto si spiega con la grossa incertezza legata all’esito delle urne. L’indice Morningstar Italia ha ceduto lo 0,66%, sottoperformando di circa un punto percentuale il mercato del Vecchio continente, a causa del pessimo andamento del comparto salute (-5%), penalizzato dalle vendite su Amplifon (-5,19%), Diasorin (-2,17%) e Recordati (-6,65%) e di quello manifatturiero (-2%), frenato dal cattivo andamento di Atlantia e Leonardo (-1,9% per entrambe).

L’assenza di un vincitore, a differenza di quanto si potesse immaginare, non ha scoraggiato i mercati. Anzi, nelle due settimane successive l’indice Morningstar Italia ha recuperato terreno (+0,59) risalendo sui livelli di partenza e sovraperformando il mercato europeo (-0,68%). Cosa che ha riportato il suo rapporto Prezzo/Fair value medio a 1,02*.

Recupero targato industriali
La prima settimana post-voto è stata caratterizzata dalla debolezza del settore bancario (-2,25%), penalizzato dalle frizioni tra Banca centrale europea e Parlamento europeo sulle linee guida da indicare agli istituti di credito per mettere in sicurezza i propri bilanci dal possibile impatto dei crediti deteriorati, oltre che dalle perdite del settore beni di consumo ciclici, zavorrati dai ribassi dei titoli auto FCA e Ferrari.

Nella seconda, invece, Piazza Affari ha recuperato terreno mettendo a segno un +4% grazie all’ottima performance del settore beni industriali (+10%) e dalle buone prestazioni offerte da beni di consumo ciclici (+4%) e utility (+3,4%). Tra i manifatturieri, Atlantia ha registrato un balzo del 13,7%, alti anche i rendimenti di Leonardo e Prysmian (rispettivamente +7% e +13%), mentre consumer e utility hanno beneficiato dei rialzi di FCA ed Enel (+6,59% e +3,8%). Importante per il recupero del listino milanese, data la sua alta capitalizzazione di Borsa, è stato anche l’ottimo risultato di Telecom Italia (+14,8%).

 

  

*La valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Amplifon SpA Az nom Post Frazionamento30,86 EUR-1,50
Diasorin SpA93,92 EUR-2,19
Enel SpA5,99 EUR-1,56Rating
Leonardo SpA Az nom Post raggruppamento21,02 EUR-4,37Rating
Prysmian SpA49,04 EUR-3,50
Recordati SpA Az nom Post raggruppamento48,76 EUR-2,44
Stellantis NV22,79 EUR-2,11Rating
Telecom Italia SpA0,22 EUR-1,95Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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