L’evoluzione dei mercati emergenti

I paesi in via di sviluppo, dal punto di vista finanziario, sono sempre più simili a quelli developed. E la diversificazione funziona di meno.

Marco Caprotti 08/02/2018 | 12:20
Facebook Twitter LinkedIn

I mercati emergenti iniziano il 2018 con uno scivolone. I fondi raccolti nella categoria dedicata a chi investe nell’equity delle regioni in via di sviluppo nell’ultimo mese (fino al 7 febbraio e calcolati in euro) hanno perso, mediamente, quasi il 4%. Nel 2017 la performance era stata +18,8%.  Andamenti in linea con quelli dell’indice Morningstar Emerging Market.

Indice Morningstar EM
em

Dati in euro aggiornati al 6 febbraio 2018
Fonte: Morningstar Direct

Il 2018 rischia quindi di essere un periodo difficile per le zone emergenti? “I mercati mondiali stanno cambiando e, con loro, si trasformano anche quelli dei paesi in via di sviluppo”, spiega Ben Johnson, analista di Morningstar. “Prendiamo i titoli tecnologici. La loro corsa nel 2017 non è stata un fenomeno solo americano e ha coinvolto anche le Borse emerging dove stanno soppiantando, per importanza, le azioni delle società specializzate nelle risorse naturali. Siamo di fronte a un’evoluzione che, ancora non sappiamo, dove ci porterà”.

Il problema, da questo punto di vista è che i mercati emergenti funzionano sempre meno come elemento di diversificazione del portafoglio. “Comincia a esserci una forte interdipendenza fra  gliemerging e i developed”, continua l’analista. “Ed è difficile che questa connessione si indebolisca nel tempo”.

Un Neutral prova a resistere
Il fondo con Analyst rating che ha tenuto di più nelle ultime settimane è Polar Capital Emerging Markets Income R USD Acc (Neutral, -2,5%). “La strategia è prevalentemente bottom  up, ma il processo include anche analisi top down, utilizzando una combinazione di elementi qualitativi e quantitativi che riducono l’universo investibile a una dimensione più facile da gestire”, spiega Simon Dorricott, fund analyst di Morningstar in un report del 12 ottobre 2017. “Per quanto riguarda gli aspetti macro, il team studia le politiche dei governi, l’andamento delle valute e il quadro legislativo dei paesi in cui intende muoversi. A livello settoriale viene analizzato il ciclo economico, i tassi di penetrazione del mercato e lo scenario competitivo. Questo tipo di analisi evidenzia i trend e le potenziali opportunità. Per quanto riguarda le società interessanti per un investimento, il gestore mette nel mirino aziende con forti ritorni sul capitale investito, solidi bilanci e buoni flussi di cassa che possano sostenere un aumento dei dividendi distribuiti. Un altro elemento importante è un management che sia dalla parte degli azionisti. Il gestore vende un’azione quando, secondo lui, la valutazione ha raggiunto i massimi, il management delude o ci sono migliori opportunità altrove. Nonostante questo è anche diposto a essere paziente” (analisi completa qui).

Visita il mini-sito Morningstar dedicato a MIFID II.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures