Sì all’alto dividendo, ma con riserva

I fondi che investono sulle società che pagano buone cedole sono una soluzione adatta a chi cerca pochi rischi. A patto che gli emittenti non diano rendimenti troppo elevati.

Marco Caprotti 09/11/2017 | 14:57
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Bassa volatilità e rendimenti in crescita? “Una soluzione che piace sempre di più agli investitori, soprattutto a quelli che non hanno un particolare appetito per il rischio, è quella dei fondi che investono sulle società ad alto dividendo, a patto che si sappia cosa si sta acquistando”, spiega Adam McCullogh, analista di Morningstar. “Questi strumenti, si possono dividere, essenzialmente, in due segmenti: quello dei fondi che danno la precedenza alle società di qualità e che garantiscono una crescita delle cedole rispetto a un alto rendimento momentaneo e quello dei portafogli che fanno il ragionamento opposto. Questi ultimi, tuttavia, spesso sono più rischiosi”. Le azioni con uno yield troppo elevato, infatti, distribuiscono agli azionisti una larga fetta dei loro utili e, di conseguenza, possono trovarsi in difficoltà quando le cose vanno male: i bilanci rischiano di traballare anche a causa delle scarse riserve rimaste e diventa complicato garantire alte cedole ai soci. “Spesso poi, dividendi elevati possono indicare che una società ha prospettive deludenti e il management cerca di ingolosire il mercato”, spiega McCullogh.

Strategie d’Argento
Nella categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono a livello globale sulle società che staccano alte cedole, il rating più alto che si trova è Silver ed è stato assegnato a tre strategie che, secondo gli analisti di Morningstar, hanno un approccio particolarmente prudente.  

M&G Global Dividend USD A Acc. “L’approccio del fondo è basato su una crescita dei dividendi nel lungo termine e sull’ottenimento di uno yield superiore a quello dell’indice MSCI World”, spiega Jeffrey Schumacher, fund analyst di Morningstar in un report del 6 gennaio 2017. “Di conseguenza il fondo mette nel mirino società che siano in grado di far crescere la cedola costantemente, mentre evita quelle che potrebbero non essere capaci di farlo anche se al momento danno un buon yield. L’approccio è basato sullo stock picking. Le società emittenti devono mostrare una solida disciplina per quanto riguarda i bilanci e le potenzialità di crescita dei dividendi. Anche le valutazioni sono importanti. Il gestore cerca di costruire un portafoglio diversificato che sia in grado di dare risultati in qualsiasi condizione di mercato”.

Deutsche Invest I Top Dividend NC “Il focus del fondo, guidato da Thomas Schüssler, è su società di qualità che possano pagare un dividendo in crescita in maniera sostenibile mentre il manager cerca di gestire in maniera attenta i rischi di downside”, spiega Schumacher in un report del 29 novembre 2016. “Il gestore riceve un notevole aiuto da parte del team dedicato all’income equity, formato da quattro gestori regionali e cinque analisti. Il processo di investimento è in piedi da più di un decennio ed è stato sempre ben eseguito”.

Schüssler ha partecipato all’edizione 2017 della Morningstar Investment Conference in Italia. “Ci piacciono i titoli che sono in grado di far crescere i dividendi nel lungo e nel lunghissimo periodo”, ha spiegato alla platea nel corso del suo intervento su In search of yield: finding value among dividend payers. “In questo senso sono interessanti anche i cosiddetti Aristocrats (titoli generalmente appartenenti a settori difensivi, come utility o pharma che si contraddistinguono per l’entità significativa dei dividendi e per la loro sostenibilità nel medio e lungo periodo, Ndr)”.

Kempen (Lux) Global High Dividend A (Silver). ”Il team di gestione applica una filosofia tradizionale che si focalizza sul dividend yield, le valutazioni e la disiplina dei bilanci”, spiega Schumacher in un report del 19 gennaio 2017. “I titoli candidati a entrare nel portafoglio devono dare un rendimento da cedola di almeno il 3,3% e vengono venduti quando il livello scende al di sotto del 3%. Questo tetto riduce il numero di opportunità di investimento e può limitare le scelte del gestore. Tuttavia è un fattore che dà grande disciplina al processo di gestione”.


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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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