Fondi a bassa volatilità, occhio ai tassi e alle valutazioni

Queste strategie stanno diventano sempre più popolari in Europa. Il problema è che si possono comportare come bond e i titoli in portafoglio sono cari. Ecco l’esempio di tre strumenti (due attivi e uno passivo) con Analyst rating.

Marco Caprotti 13/09/2017 | 14:50
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Le strategie a bassa volatilità stanno riscontrando un successo crescente in Europa. Negli ultimi cinque anni il numero di strumenti dedicati è raddoppiato arrivando a sfiorare i 100 (fra fondi ed Etf). Dal 2012 hanno visto flussi per 27 miliardi di euro e gli asset in gestione, a fine 2016, ammontavano a 40 miliardi.

Come è cresciuta l’offerta di fondi ed Etf low volatility
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Ma gli investitori devono stare attenti. “Le strategie low volatility, oltre ai rischi classici di ogni tipo di investimento, ne presentano due particolari: le alte valutazioni e la sensibilità ai tassi di interesse”, spiega Dimitar Boyadzniev, analista di Morningstar specializzato nella ricerca sulle strategie passive. Come si comportano i fondi per far fronte a questi pericoli? L’analista è andato a studiare il comportamento di tre strumenti a bassa volatilità a cui è stato dato l’Analyst rating.

Tre fondi low-volatility
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 L’iShares MSCI World Minimum Volatility (Silver) “è costruito per dare una vera esposizione passiva a un portafoglio globale di azioni dei paesi sviluppati che abbiano una scarsa volatilità”, spiega Boyadzniev in un report dell’1 novembre 2016). “L’allocazione a livello regionale, settoriale e di stile può scostarsi pochissimo dalla composizione dell’indice Msci World Minimum Volatility. Le deviazioni sono ottimizzate per raggiungere il miglior bilanciamento possibile fra il raggiungimento della volatilità desiderata e il minor turnover dei titoli.

Robeco QI Global Conservative Equity (Bronze) è un fondo gestito in maniera attiva basato su un modello quantitativo proprietario che cerca principalmente le azioni a bassa volatilità ma che guarda anche il momentum e le valutazioni. “Viene utilizzato un algoritmo che tiene in considerazione anche i limiti dal punto di vista regionale, settoriale e di peso all’interno del portafoglio. La selezione è determinata dal modello ma, per la gestione del rischio, il team dei manager può intervenire direttamente”, dice Jeffrey Schumaker, fund analyst di Morningstar in un report del 21 marzo 2017.  

Anche  Uni-Global Equities World (Silver) è un fondo gestito attivamente che cerca l’esposizione alle azioni con basso rischio. “Il processo di investimento combina tecniche quantitative con l’analisi fondamentale per produrre un portafoglio con bassa volatilità e limitati drawdown rispetto al mercato in generale. La strategia è continuamente aggiornata con l’obbiettivo di identificare e controllare meglio i rischi”, dice Natalia Wolfstetter, fund analyst di Morningstar in un report del 27 febbraio 2017. “Ad esempio, il team di gestione prende in considerazione la sensibilità delle azioni ai tassi di interesse e monitora i settori e le singole stock più costose per limitarne il peso. Il portafoglio è ottimizzato per raggiungere il livello minimo di volatilità”.

La sensibilità ai tassi di interesse
Per studiare la sensibilità di ogni fondo al rialzo dei tassi di interesse, l’analista ha confrontato il rendimento degli strumenti con quello dei bond (in questo caso il riferimento è l’indice Bloomberg Barclays US Aggregate Bond Index). “Il risultato è che i fondi low cost danno rendimenti simili a quelli delle obbligazioni”, spiega Boyadzniev.

Come mostrato dal grafico sotto, l’Etf iShares è quello che più assomiglia a un bond. Per Robeco e Uni-Global la differenza è maggiore.

Correlazione dei fondi low-cost con i bond
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“Robeco e Uni-Global hanno messo in campo misure per limitare l’impatto del rialzo dei tassi di interesse”, dice l’analista. “Il primo ha avuto una sensibilità maggiore verso la fine di marzo 2016, poi ha iniziato a ridurla. Il secondo ha sempre mantenuto un atteggiamento neutrale”.

Rischi di valutazione
Un’altra preoccupazione sono le valutazioni alte. “Abbiamo già scoperto in passato che i titoli presenti nei portafogli low volatility sono più cari degli altri”, dice Boyadzniev. “L’Etf di iShares attualmente ha in portafoglio le azioni più costose”. Diverso il discorso per i due strumenti attivi. “In entrambi i casi i gestori hanno identificato nei titoli sopravvalutati un elemento di rischio importante e i loro portafogli riflettono questa visione”. Come mostra il grafico sotto, il fondo Robeco ha tenuto le valutazioni presenti in portafoglio al di sotto di quella dell’Msci World. Lo stesso può essere detto per il fondo di Uni-Global, anche se le valutazioni sono più vicine a quelle dell’indice.

Rapporto Price/Earnings dei fondi low volatility (in rapporto all’indice Msci World)
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L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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