Il barile fa paura ai corporate

L’indebolimento dei prezzi del petrolio sta già pesando sul debito aziendale, così come era accaduto in passato. Soffre anche l’high yield. 

Marco Caprotti 15/03/2017 | 14:45
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I corporate bond non perdono d’occhio l’andamento dei prezzi del petrolio. “Dopo aver sofferto forti perdite nella seconda metà del 2015 e all’inizio del 2016, quando i prezzi del barile sono crollati fino a 30 dollari, gli investitori nel debito aziendale non vogliono più essere colti impreparati”, spiega Dave Sekera, analista di Morningstar. E oggi come allora il progressivo indebolimento dei prezzi del petrolio sta condizionando i corporate bond. La categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono su questo asset nell’ultimo mese ha perso lo 0,92% (fino al 13 marzo e calcolato in euro), portando a -0,79% la performance da inizio anno. Nel frattempo gli spread del debito corporate hanno iniziato ad allargarsi. Solo settimana scorsa il Morningstar Corporate Bond Index, ha registrato un allargamento di 5 punti base (che diventano 8 prendendo in considerazione solo la componente energy del paniere). Il Bank of America Merrill Lynch High Yield Master Index ha visto un ampliamento di 29 pb, segno che anche gli investitori nella carta ad alto rendimento sono preoccupati.

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In Italia c’è un Bronzo
Fra i fondi venduti in Italia dedicati ai corporate bond globali, l’unico con Analyst rating è PIMCO GIS Global Investment Grade Credit T Acc USD (Bronze), che ha perso lo 0,97% in un mese e lo 0,87% da inizio anno. “Il fondo si concentra principalmente sui corporate bond investment grade, ma prende in considerazione anche piccole quote di high yield, di mercati emergenti e posizioni sulle valute”, spiega Mara Dobrescu, fund analyst di Morningstar. “Il comitato investimenti di Pimco determina le posizioni con un approccio top down, oltre a stabilire il peso che devono avere i settori e la strategia sui tassi di interesse. A questo punto parte la ricerca delle idee di investimento. Il team di gestione tende a favorire gli emittenti con forti prospettive di crescita in settori dove ci sono barriere all’ingresso di concorrenti. La squadra di manager si incontra una volta alla settimana per analizzare le posizioni di portafoglio e rimettere in discussione le posizioni”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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