C’è più valore in Generali

Gli analisti di Morningstar si aspettano un miglioramento della profittabilità del gruppo e alzano il fair value del titolo. Le attuali quotazioni di mercato e le finanze della compagnia assicurativa, però, suggeriscono prudenza. 

Francesco Lavecchia 13/03/2017 | 14:41
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Il fair value di Generali sale a 15,30 euro, ma gli analisti continuano a raccomandare prudenza. Le aspettative per i prossimi cinque anni sono per una crescita media del fatturato del 3% e un allargamento del margine netto (utile/ricavi) dall’attuale 2,25% al 3% nel 2020 (report pubblicato in data nove marzo 2017), tuttavia il titolo è scambiato a tassi di sconto troppo limitati per aprire una posizione in questa fase di mercato.

La nuova strategia
Il business di Generali è ancora fortemente concentrato sul ramo vita, un segmento in cui la competizione è molto alta e, data la standardizzazione dei servizi offerti, è difficile riuscire a costruire una posizione di vantaggio competitivo.

“Al fine di limitare la sensibilità dei risultati alle fluttuazioni dei tassi di interesse, il gruppo assicurativo sta cercando di limitare l'offerta di prodotti a capitale garantito a beneficio di prodotti fee-based (dai quali ottengono delle commissioni fisse) come le polizze Unit Linked (nelle quali il premio assicurativo confluisce in un fondo comune di investimento o in una Sicav). Questo, insieme a una politica di razionalizzazione dei costi operativi, promette di migliorare i margini di profitto dell’azienda”, dice Henry Heathfield analista azionario di Morningstar.

Occhio all'indebitamento
Le maggiori incertezze sono invece legate alla stabilità finanziaria del gruppo. Nonostante negli ultimi anni abbia compiuto importanti passi avanti in questo senso, Generali continua ad avere un livello di indebitamento più alto rispetto alla media dei suoi competitor. Inoltre, è fortemente esposta al sistema bancario italiano e all’economia del paese.

“La compagnia assicurativa ha una quota in Monte del Paschi di Siena il cui valore si è praticamente azzerato, l’investimento in Atlante II (fondo alternativo di investimento nato per sostenere la ricapitalizzazione degli istututi di credito) è destinato a non vedere alcun ritorno e anche le esposizioni ai titoli Unicredit e Intesa Sanpaolo sono destinate a essere svalutate con negative ripercussioni sulla solidità del bilancio aziendale”, conclude Heathfield. 

 

Clicca qui per leggere il report completo su Assicurazioni Generali.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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