Gli emergenti in altalena?

I paesi in via di sviluppo continuano a regalare soddisfazioni agli investitori. Il segmento, tuttavia, dipende da un ristretto numero di titoli che ne condiziona i movimenti in alto e in basso. 

Marco Caprotti 02/03/2017 | 10:01
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Si prepara un periodo di volatilità per i mercati emergenti? Il dubbio che possa accadere è lecito. L’indice Morningstar dedicato alle aree in via di sviluppo nell’ultimo mese (fino al 28 febbraio e calcolato in euro) ha segnato +5,12% portando a +7,84% la performance da inizio anno. Un risultato che si va ad aggiungere al +14,3% messo a segno nel 2016.

Indice Morningstar Mercati Emergenti: 1 mese
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Dati in euro aggiornati al 28 febbraio 2016
Fonte: Morningstar Direct

“Gli investitori, tuttavia, si devono ricordare che con gli strumenti dedicati agli emerging non investono in una sola economia, né a livello regionale né a livello settoriale”, spiega Cyrique Bourbon, analista di Morningstar. “Si muovono invece su titoli di singole società e governi. Molti commentatori alimentano l’entusiasmo degli investitori mostrandogli l’andamento di un intero indice senza considerare che le vere opportunità sono concentrate in un ristretto numero di asset. Se questi raggiungono valutazioni troppo elevate allora poi partono le vendite che si riflettono sull’intero segmento dei paesi in via di sviluppo”.

La categoria corre
A livello di categorie Morningstar intanto, gli investitori in mercati emergenti possono fregarsi le mani: +4,12 nell’ultimo mese che diventa +7,63 da inizio anno. Nel 2016 il progresso è stato del 12,4%. Fra i fondi venduti in Italia con Analyst rating, una delle performance migliori delle ultime quattro settimane è stata il +5,17 di Robeco QI Emerging Conservative Equities D € (4 stelle, Bronze). “La filosofia dietro questo fondo è che il rischio più grande non sempre viene premiato e che le azioni meno pericolose danno rendimenti in linea con il mercato”, spiega Mathieu Caquineau, fund analyst di Morningstar. “Il modello quantitativo proprietario di Robeco, analizza circa 1.400 azioni dell’universo investibile (dopo un filtro iniziale che ne considera la liquidità) non soltanto in base ai rischi (misurati in termini di volatilità, beta o rischio di default), ma anche alla luce delle valutazioni e al momento di mercato. Le azioni che ottengono un buon punteggio sono quindi inserite in portafoglio”. In base agli ultimi dati disponibili il fondo sovrappesa le utility e i materiali di base, mentre sottopesa soprattutto i servizi finanziari e la tecnologia.

Nella categoria Emergenti, il rating più alto è il Gold di Comgest Growth Emerging Markets R EUR Acc (4 stelle) che nell’ultimo mese ha segnato +4,92%. “La filosofia di questo prodotto è chiaramente diretta verso azioni di qualità del segmento growth”, spiega Caquineau. “Il portafoglio viene costruito esclusivamente in maniera bottom up. Il primo passo è quello di identificare le società che hanno i bilanci in salute, posizioni di mercato dominanti e una buona profittabilità a prescindere dal ciclo di mercato”. Per questo, settori ciclici come, ad esempio le banche, di solito vengono esclusi dall’universo investibile. “Le società che restano sono sottoposte a una rigorosa analisi che comprende visite alle aziende, incontri con il management e con i concorrenti. Alla fine circa 120 società sono prese in considerazione per un investimento”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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