Quando la salute diventa hi-tech

Le sinergie fra il settore IT e quello healthcare negli Stati Uniti stanno creando un nuovo mercato che farà crescere l’Economic moat di alcune aziende dei due segmenti. Una rivoluzione lunga ma che, secondo gli analisti, non si fermerà. 

Marco Caprotti 13/12/2016 | 15:35
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Tecnologia e salute hanno cominciato a guardarsi più da vicino. Sono sempre di più le aziende hi-tech che stanno spostando una parte dell’attività verso il settore healthcare, visto come nuova frontiera per arricchire i bilanci. Un interesse che non ha lasciato indifferenti i big della salute che, da parte loro, stanno cercando di cavalcare il nuovo trend stringendo alleanze con i giganti della tecnologia che possono fornire, ad esempio, nuove soluzioni per analizzare i dati sulle malattie e sull’utilizzo dei farmaci e degli apparecchi medicali. “La rivoluzione, in questo senso, è iniziata con l’introduzione dell’Affordable Care Act (la riforma sanitaria introdotta negli Stati Uniti dall’amministrazione Obama per dare accesso alle cure mediche anche ai meno abbienti, Ndr)”, spiega Debbie Wang, senior equity analist di Morningstar. “Ad esempio, il piano ha costretto le diverse aree che formano l’universo della salute a modernizzare i sistemi di pagamento per poter gestire meglio le pratiche di rimborso”.

Dove arriva la salute
Ma i cambiamenti non si fermano qui. I dottori e gli ospedali americani, ad esempio, si trovano a dover affrontare sempre più spesso malattie croniche legate all’invecchiamento della popolazione. “I medici possono sfruttare le possibilità offerte dalle trasmissioni di immagini e le innovazioni nelle comunicazioni per raggiungere le persone anziane – che hanno difficoltà a muoversi - anche nelle aree difficili”, dice l’analista. E in questo senso le procedure per pagare le prestazioni si devono adeguare”. I punti in comune fra i due mondi sono diversi. Ad esempio sia l’healthcare che l’hi-tech sono abituati a lavorare (anche) attraverso l’acquisizione di un gran numero di dati per migliorare i propri prodotti. “Così come Google monitora le nostre ricerche su Internet per avere un’idea precisa del nostro potenziale come clienti, così anche St. Jude Medical con i sui defibrillatori cardiovascolari raccoglie quotidianamente informazioni sullo stato di salute dei pazienti che utilizzano i suoi prodotti”, dice Wang. “Entrambe le società incrociano poi i dati con quelli di altri clienti per arrivare a migliorare i servizi e gli strumenti”. Secondo le stime di Morningstar, il mercato della salute hi tech ha un valore che, a seconda del tasso di compenetrazione dei due segmenti, può andare da 5,3 miliardi di dollari a 13,5 miliardi. Una maggiore sinergia, tra l’altro, potrebbe creare risparmi per circa 600 miliardi di dollari (intendendo i soldi spesi che non portano a una salute migliore).

I SEGMENTI DOVE SI PUO' RISPARMIARE DI PIU'

risparmi

Cresce il moat
Dal punto di vista degli investitori, questi cambiamenti possono avere effetti importanti. “Le aziende tecnologiche che guardano all’healtcare e quelle della salute che sfruttano maggiormente le possibilità offerte dalla tecnologia potrebbero vedere aumentare il loro Economic moat (così viene definito il vantaggio competitivo”, spiega Wang. “Chi decide di cavalcare questo trend in Borsa, tuttavia, deve farlo con un’ottica di lungo periodo.  I cambiamenti nel settore medico, a causa di barriere organizzative e culturali, infatti, avvengono con tempistiche più lunghe rispetto a quelle del segmento tecnologico tradizionale”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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