Portafoglio pieno di gusto

Le aziende dell’industria degli ingredienti sono al momento scambiate a prezzi poco convenienti, ma gli elevati rendimenti del capitale e le prospettive di crescita future le rendono interessanti per chi vuole esporsi al settore dei beni di consumo e limitare la volatilità. Ecco su chi puntare.

Francesco Lavecchia 23/08/2016 | 14:33
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Ingredienti da usare, ma per insaporire il portafoglio. Le società produttrici di aromi e sapori, fornitrici delle aziende attive nel settore dei beni di consumo, offrono interessanti prospettive di crescita e margini di profitto generosi, nonostante il segmento dei consumption goods stenti ancora ad accelerare. Rappresentano, quindi, un’interessante soluzione per gli investitori che cercano un’esposizione sul comparto, ma preferiscono limitare la volatilità tipica dei titoli ciclici.

Symrise è l'unica a sconto
“Le valutazioni di mercato, comunque, sono al momento particolarmente elevate ed è preferibile mantenere un atteggiamento prudente in attesa di quotazioni più convenienti”, dice Adam Kindreich, analista azionario di Morningstar. “La nostra Best idea all’interno del segmento è Symrise. Il gruppo tedesco gode di una forte posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic moat) e le sue azioni sono scambiate a un tasso di sconto di circa il 10% rispetto al fair value pari a 76 euro (report pubblicato l’11 agosto 2016)”.

Il tasso medio di crescita organica della società (al netto delle acquisizioni) è stato del 6% negli ultimi 10 anni, nonostante le recenti difficoltà attraversate dai mercati emergenti, e questo prova la grande capacità dell’azienda di far fronte ai momenti di debolezza del settore. Diversamente dalle società attive nella produzione di beni di consumo, che riescono ad applicare elevati mark-up sui prodotti sfruttando la forza del marchio, quelle che lavorano nell’indotto possono fare leva sulle strette relazioni intrattenute con i clienti. Nel caso di Symrise, il 95% circa dei ricavi totali sono derivanti da commesse fatte su misura per il committente e questo le garantisce flussi di cassa costanti nel tempo. Negli ultimi anni il gruppo tedesco ha concluso due acquisizioni e gli analisti si aspettano che nel futuro ce ne possano essere di nuove, data l’elevata frammentazione del settore, e indicano le M&A come uno dei principali driver di crescita.

Ingredion può crescere grazie alle M&A
“L’americana Ingredion ha ottime prospettive di crescita nel lungo periodo, ma al momento il mercato sembra già aver scontato nelle sue valutazioni i progressi futuri del gruppo”, prosegue Kindreich. “La sempre maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro e il cambiamento delle abitudini alimentari nei paesi in via di sviluppo ha fatto salire i consumi di alimenti confezionati e crediamo che questi trend demografici saranno tra i principali driver per lo sviluppo di Ingredion nel lungo periodo, il cui fatturato dipende per il 45% da questi mercati. Il prezzo del titolo è salito del 15% negli ultimi tre mesi e ora è scambiato su valori superiori al fair value che è pari a 124 dollari (report pubblicato il 28 luglio 2016)”.

L’azienda statunitense, produttrice di sostanze dolcificanti, amidi e ingredienti per cibi e bevande, ha confermato negli ultimi trimestri una grande capacità di saper navigare le difficoltà del settore. Nonostante il calo dei volumi di vendita e lo sfavorevole andamento dei tassi di cambio, infatti, Ingredion è riuscita a migliorare i margini di profitto grazie a un incremento dei prezzi di vendita e allo spostamento dell’offerta su prodotti a maggior valore aggiunto. “Il recente passato ha inoltre dimostrato come il management sia stato in grado di accompagnare il processo di integrazione delle aziende acquisite senza che questo andasse a pesare sui margini di profitto, e ci aspettiamo che nei prossimi anni quella delle M&A possa continuare a rappresentare uno dei principali fattori di crescita”.

Chr Hansen leader in nicchie di mercato
Chr Hansen Holding gode di un forte posizionamento in mercati di nicchia, ma molto profittevoli come quello degli enzimi e batteri aggiunti alla produzione di cibi, bevande e cure mediche per uomini e animali. La crescita organica di questo segmento è di circa il 9%, molto più alta di quella media del settore degli ingredienti, con un margine operativo superiore al 30%.

“A nostro avviso il mercato sta sovrastimando le performance future dell’azienda, in termini di fatturato, mentre non sconta in maniera adeguata il recente aumento della spesa in conto capitale, che invece ipotizziamo possa mantenersi alta per tutto il prossimo decennio e gravare sulla profittabilità di medio/breve termine”, dice Kindreich. “Le nostre previsioni indicano per i prossimi cinque anni un progresso medio dei ricavi del 10% e un margine operativo stabile attorno al 30%. Al momento il titolo è scambiato su valori di circa il 7% superiori al fair value che è pari a 383 corone danesi (il rapporto è stato pubblicato il 5 luglio 2016)”.

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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