Gli Etf emergenti ad alto dividendo hanno deluso

I replicanti high-dividend esposti ai paesi in via di sviluppo presentano diversi pregi, ma hanno sottoperformato la categoria. In Europa sono disponibili tre fondi di questo tipo. La ricerca Morningstar fa luce sui loro meccanismi, non sempre chiari.

Valerio Baselli 18/07/2016 | 09:49
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In un contesto di tassi di interesse vicini a zero, a volte anche negativi, l’attrazione degli investitori verso strategie propense a generare del reddito sembra una conseguenza ovvia. E gli operatori, dopo essersi rivolti alle offerte di questo tipo sui mercati sviluppati, guardano ora con interesse verso i paesi emergenti.

Gli Exchange traded funds hanno facilitato l’accesso a tale categoria di attività. Nei mesi di marzo, aprile e maggio, infatti, gli Etf domiciliati in Europa esposti alle strategie ad alto dividendo sui mercati in via di sviluppo hanno registrato dei record di raccolta. Oltre a fornire un reddito agli investitori, le aziende con una forte politica di distribuzione di dividendi tendono anche ad avere una migliore corporate governance. Tuttavia, gli investitori che pensano a una tale strategia per il loro portafoglio dovrebbero considerare anche altri aspetti oltre alla semplice generazione di yield.

Il team di analisti di Morningstar ha recentemente pubblicato uno studio su questa particolare asset class, dal titolo Under the Hood: Emerging-Markets Yields. Ecco le principali conclusioni.

Le performance
I fondi azionari emergenti hanno segnato perdite per tre anni consecutivi. L’indice MSCI Emerging Markets è sceso del 14,7% su base annua da maggio 2013 a maggio 2016 (dati in dollari). Al contrario, l’MSCI World, il benchmark di riferimento per i mercati sviluppati globali, è cresciuto del 19% nello stesso periodo.

Guardando al futuro, il Fondo monetario internazionale si aspetta che la crescita globale rimanga debole stretta tra il rallentamento economico della Cina, i problemi più profondi del previsto in Brasile e Russia e le continue turbolenze sul mercato delle materie prime. Storicamente parlando, durante le recessioni economiche, gli investitori preferiscono diminuire la loro esposizione al rischio, oppure puntare a strategie basate su una selezione qualitativa.

In generale, i dividendi sono associati a delle caratteristiche difensive. Molte delle aziende che si trovano nei settori tradizionalmente più difensivi (utility, telecomunicazioni, sanità e beni di consumo) tendono a distribuire cedole sopra la media, così come storicamente sono meno volatili delle oscillazioni cicliche dell'economia. Ciò rende tali società più facili da tenere in portafoglio durante fasi di incertezza.

In media, gli Etf emergenti high-dividend (ce ne sono tre disponibili in Europa, offerti da WisdomTree, SPDR e iShares) sono riusciti a pagare dei dividendi annuali di circa il 4% - 6% nel corso degli ultimi tre anni. In confronto, i rendimenti dei dividendi staccati dai fondi ponderati per la capitalizzazione di mercato sono stati inferiori, intorno al 2%.

Tuttavia, in termini di rendimento totale (Total return), tutti e tre gli Etf hanno sottoperformato l’indice MSCI Emerging Markets dai loro rispettivi lanci, soprattutto a causa del peso geografico di alcuni paesi che non erano certo i più adatti viste le condizioni di mercato recenti, in particolare il calo dei prezzi del petrolio. I rendimenti dei tre fondi differiscono tra loro perché replicano tre diversi indici.

Rendimenti ETF EM

Occhio all’indice
Ad esempio, paesi come Brasile, Sud Africa e Russia hanno leggi che sostengono politiche di distribuzione di dividendi più generose, il che si traduce in effetti in dividendi più elevati in questi mercati e quindi in un maggior peso nell’indice replicato. Al contrario, le aziende in paesi come l’India tendono a reinvestire il capitale per alimentare la crescita, invece di pagare la cedola.

In secondo luogo, i fondi emergenti hanno pesantemente subito gli effetti negativi dei cambi valutari. Il real brasiliano, il rublo russo e il rand sudafricano sono diminuiti dal 40% al 50% nei confronti del dollaro statunitense nel corso degli ultimi tre anni. Basti pensare che nello stesso periodo l’indice MSCI Emerging Markets è sceso del 14,7% in dollari, ma è salito del 3,8% in valute locali. 

Esposizione geografica

Esposizione geografica ETF EM

Questi Etf, inoltre, divergono dagli indici classici in termini settoriali. I replicanti orientati ai dividendi, infatti, sono meno esposti verso i beni di consumo, l’assistenza sanitaria e la tecnologia, tutte industrie che beneficiano direttamente dello sviluppo della classe media e dei consumi nei paesi emergenti.

Esposizione settoriale
Esposizione settoriale ETF

Con una posizione della Federal Reserve più morbida verso il rialzo dei tassi di interesse e la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime, i mercati emergenti hanno recentemente vissuto un rimbalzo. Ma gli investitori che considerano una strategia orientata ai dividendi su questi mercati, devono esaminare attentamente i criteri di selezione dell’indice sottostante per capire meglio le varie distorsioni e i possibili rischi connessi alla gestione.

Nel complesso, gli Etf emergenti ad alto dividendo hanno deluso rispetto ai concorrenti ponderati per la capitalizzazione di mercato negli ultimi anni. Va detto, però, che queste strategie sono state lanciate nel peggior periodo possibile e, scartandole a priori, si potrebbe perdere una buona opportunità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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