VIDEO: Yellen in cerca di munizioni per il suo “bazooka”

Se Mario Draghi ha tirato fuori le armi pesanti, dall’altra parte dell’oceano la Fed prova a munirsi di nuove cartucce prima delle elezioni. Massimo Terrizzano (BNP Paribas) resta prudente sui mercati azionari.

Valerio Baselli 16/06/2016 | 09:58
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia diMassimo Terrizzano, responsabile investimenti di BNP Paribas Investment Partners. Buongiorno.

Massimo Terrizzano: Buongiorno.

Baselli: A marzo la Bce ha deciso di tirare fuori le armi pesanti, il famoso “bazooka” di cui tanto si è parlato, e di introdurre una serie di misure piuttosto forti. Dopo una mossa del genere, vi aspettate che anche in futuro si continui in questa direzione?

Terrizzano: Pensiamo che il presidente Draghi, dopo le iniziative davvero pesanti prese a marzo, che però saranno implementate da giugno, aspetterà almeno tutta l’estate e forse anche l’inizio dell’autunno per verificare l’efficacia di queste nuove misure, prima di prendere eventualmente nuove iniziative. Credo che l’auspicio di tutti sia quello che finalmente le misure abbiano un effetto, che l’inflazione in Europa di riprenda, perché questa è la questione principale, visto che siamo ricaduti in deflazione in questi primi mesi dell’anno.

Baselli: Ecco,invece dall’altra parte dell’oceano invece Janet Yellen della Federal Reserve resta ancora molto prudente sulla risalita dei tassi d’interesse. Cosa vi aspettate da questo punto di vista?

Terrizzano: Ci troviamo in una situazione esattamente opposta. Mente il dilemma della Bce è “che cosa mi invento ancora se le ultime misure non dovesse funzionare”, dall’altra parte invece il dilemma della Yellen e dei suoi colleghi è quello del “quando mi posso permettere finalmente di aumentare i tassi”. Vogliono aumentarli non per fare i cattivi e guastare la festa ai mercati finanziari, ma perché in America l’inflazione comincia a salire, anche i salari stanno aumentando del 2-3%, quindi siamo in una fase avanzata della crescita economica. La Yellen comincia a preoccuparsi quindi della troppa liberalità della politica monetaria americana.

La seconda preoccupazione della Yellen è quella di ricaricare il suo bazooka, facendo risalire gradualmente i tassi fino a un livello in cui, se necessario, in caso di nuova crisi, riabbassarli e ridare lo shock, perché provare a sparare quando si è già a terra è molto difficile.  L’ultima preoccupazione della Yellen è quella di non ritrovarsi a prendere decisioni così importanti a ridosso delle elezioni presidenziali; in qualche modo vuole sgombrare il campo e non risultare in nessun modo “faziosa”. 

Baselli: Quindi alla luce di queste politiche monetarie così diverse tra Europa e Stati Uniti, senza dimenticarsi anche il Giappone, quali sono le scelte operative di asset allocation che preferite per quest’anno?

Terrizzano: In questo momento, siamo molto cauti. Eravamo tornati positivi sull’azionario a febbraio, quando abbiamo visto condizioni di mercato estreme, con il panico che si diffondeva tra gli operatori, e in quel caso avevamo consigliato di approfittare dei ribassi entrando sull’azionario. Ultimamente abbiamo invece tirato i remi in barca, e siamo ritornati a essere neutrali, o anche moderatamente negativi. Perché i mercati non si trovano più nelle condizioni estreme di quest’inverno e la cosa che ci preoccupa di più è lo stato di salute dei bilanci delle aziende: anche in America, nonostante la crescita e il ciclo avanzato, in Europa e in Giappone, le aziende non stanno crescendo; gli utili continuano a scendere, i margini di profitto si assottigliano, la concorrenza è spietata, e questo non ci lascia tranquilli.

Baselli: Grazie ancora a Massimo Terrizzano.

Terrizzano: Grazie a voi.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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