Il greggio continua a fare danni

I NUMERI DEL MESE. Abbiamo analizzato i titoli che hanno subito una variazione dell’Economic moat nell’ultimo mese. Le negative aspettative sul prezzo del barile hanno prodotto numerosi declassamenti tra le compagnie energetiche.  

Francesco Lavecchia 03/05/2016 | 00:29
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Energy sempre peggio. Le aspettative negative circa il futuro andamento del prezzo del petrolio modifica gli equilibri all’interno del settore e costringe gli analisti di Morningstar a modificare il Moat rating per molte compagnie energetiche.

Kinder Morgan scende dal trono
Kinder Morgan, gruppo americano attivo nel segmento midstream, è riuscito a costruirsi una forte posizione di vantaggio (Economic moat ampio) grazie alla sua capacità acquisire e assemblare asset di terzi. Negli ultimi anni, però, il prezzo al quale ha comprato le nuove attività (funzionali alla crescita del fatturato) è salito in maniera significativa, a causa della maggior concorrenza nel segmento in cui opera mentre le quotazioni del greggio si sono ridotte significativamente. Questi due elementi hanno compromesso la redditività del capitale investito dall’azienda. Da qui la decisione da parte degli analisti di tagliare il rating sull’Economic moat da ampio ad assente.

National Oilwell soffre la chiusura dei pozzi offshore
Per National Oilwell, il declassamento (da un Economic moat medio ad assente) è dovuto alle difficoltà del segmento upstream e in particolare quello delle attività legate all’estrazione dalle piattaforme offshore, dalle quali il gruppo statunitense ricava la maggior parte del suo reddito operativo. L’eccesso di domanda di greggio sul mercato ha reso necessaria la chiusura anticipata di numerosi pozzi e molti sono previsti in chiusura nei prossimi anni. Questo fenomeno impatterà in maniera significativa sul business dell’azienda compromettendone la sua redditività.

Pioggia di declassamenti nel segmento E&P
Scede da medio ad assente il Moat rating di Diamondback, Anadarko Petroleum, Range Resources e Southwestern Energy. Attive nel segmento E&P (esplorazione e produzione di greggio), queste società hanno costruito una posizione di vantaggio competitivo grazie alla qualità dei loro asset, cioè alla possibilità di estrarre petrolio e gas a basso costo. Ma questa prerogativa, alle attuali quotazioni delle materie prime, non è più sufficiente a garantire loro rendimenti del capitale sufficientemente elevati.

Anche l'indotto risente del calo del barile
Vallourec soffre indirettamente il periodo nero del settore energetico. Il gruppo francese produce i tubi di acciaio utilizzati dalle società petrolifere nella loro attività di esplorazione e produzione di greggio. Negli ultimi anni la società ha registrato una sensibile contrazione della redditività e le aspettative future sul prezzo del barile promettono di continuare a posticipare i nuovi progetti di esplorazione. Gli analisti credono che Vallourec non sia più in grado di tornare ai livelli di profittabilità registrati in passato e hanno deciso di ridurre il Moat rating della società da medio ad assente.

L’analisi, condotta sul campione degli oltre 2.000 titoli a livello globale coperti dall’analisi azionaria Morningstar, ha l’obiettivo di individuare i cambiamenti occorsi alla valutazione dell’Economic moat delle società (in tre livelli: Ampio, Medio, Assente, leggi articolo sulla metodologia).

 

Aprile

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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