Il fondo globale piace flessibile

Gli obbligazionari internazionali hanno attratto circa 17 miliardi di euro nei primi undici mesi dell’anno a livello europeo. Gli investitori si orientano verso le strategie che danno maggiore libertà di manovra ai gestori.

Sara Silano 19/01/2016 | 08:45
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Circa 17 miliardi di euro sono fluiti nei fondi obbligazionari globali europei nei primi undici mesi dell’anno, il miglior risultato tra le diverse tipologie del reddito fisso (la maglia nera è del debito emergente, -11,5 miliardi). Ma il dato complessivo nasconde un quadro molto più articolato.

Se scendiamo a un maggior livello di dettaglio, scopriamo che le strategie più popolari in Europa sono state quelle flessibili (+12,9 miliardi di euro), che hanno una maggior libertà di muoversi tra diversi tipi di emissioni, comprese quelle di qualità più bassa (non-investment grade) e dei paesi emergenti. Per contro l’afflusso ai Global bond più tradizionali (i cui portafogli sono prevalentemente composti da titoli investment grade) è stato contenuto (poco meno di 330 milioni). 

Flussi netti macro-categorie

A caccia di flessibilità
Il quadro diventa più chiaro se si analizzano le singole categorie globali di Morningstar. I maggiori flussi netti hanno interessato i fondi flessibili con una copertura valutaria in euro, dollari o sterline o comunque “ottimizzati” nella divisa europea (ossia con l’euro come moneta principale, ma la possibilità di esposizione limitata ad altre valute).

Per contro, i riscatti hanno colpito in modo consistente gli Obbligazionari globali in senso stretto (-4,8 miliardi a fine novembre 2015), compresi quelli con qualche forma di copertura valutaria. Nella categoria dei Global bond, tuttavia, un peso consistente hanno i deflussi dai comparti Templeton Global Bond e il Global Total Return (rating Silver e Bronze), che sono due dei più grandi fondi europei per masse gestite.

Categorie Morningstar obbligazionari globali

Chi cresce
In termini di patrimonio gestito, la categoria degli Obbligazionari globali è quella più grande in Europa, con 93,1 miliardi di masse (al 30 novembre 2015), seguita a grande distanza dai Global flexible bond – Euro hedged (36 miliardi), che hanno una storia più recente e dinamiche di sviluppo diverse. I primi hanno registrato un tasso di crescita organica (flussi in rapporto agli asset iniziali) negativo nell’anno appena trascorso (-1,7%), mentre i secondi hanno segnato un +1,8%.

I protagonisti
A livello europeo, tra le società che hanno maggiormente beneficiato della preferenza degli investitori per i comparti globali ci sono Pimco, Amundi e Jupiter, ma in termini di patrimonio complessivo sui Global bond il primo posto è di Franklin Templeton, seguito da Pimco e, a distanza, da BlackRock. 

Global bond: Sgr al tpo per flussi

Come si spiega la preferenza degli investitori per gli strumenti flessibili? “E’ sempre difficile dare una risposta precisa a questo tipo di domande”, dice Francesco Paganelli, fund analyst di Morningstar. “I numeri possono riflettere movimenti temporanei o addirittura essere guidati dalla raccolta di una sola società. Per esempio, nel 2015 i riscatti dai fondi di Templeton (Global Bond e Global Total Return) hanno pesato sui risultati dell’intera categoria Obbligazionari globali. Comunque, questo dato dovrebbe essere interpretato tenendo presente l’attuale contesto di bassi tassi di interesse nei mercati sviluppati, che spinge gli investitori a cercare asset class più redditizie, e il fatto che molti listini azionari hanno toccato i massimi storici (come gli USA) o registrato una forte volatilità (come la Cina o gli emergenti)”.

Non è un caso che nel 2015 i risparmiatori non solo abbiano ricercato flessibilità nel reddito fisso, ma abbiano anche preferito i bilanciati e gli alternativi agli azionari e obbligazionari. “I temi della diversificazione e della ricerca di soluzioni di investimento che danno al gestore un maggior margine di azione sono, infatti, fattori comuni a questi flussi”, aggiunge Paganelli. “In generale, poi, questi prodotti subiscono una minor competizione da parte dei passivi. Mentre per le strategie più tradizionali di tipo direzionale (come i fondi azionari), i replicanti continuano ad attrarre flussi considerevoli, aumentando la propria quota di mercato, i fondi flessibili o alternativi richiedono quasi per definizione un approccio attivo di gestione”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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