Schneider Electric paga il crollo delle commodity

I dati del primo semestre evidenziano il periodo di difficoltà del gruppo francese causato dal debole andamento del mercato energetico. Gli analisti stimano un progresso del fatturato del 5% nei prossimi cinque anni, ma il titolo è scontato del 30% rispetto al fair value Morningstar.  

Francesco Lavecchia 13/10/2015 | 13:20
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La debolezza del mercato del petrolio e del gas naturale ha spinto gli analisti di Morningstar a tagliare il fair value di Schneider Electric, ma il titolo del gruppo francese è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al prezzo obiettivo. 

Le previsioni degli analisti
“Il negativo andamento delle materie prime continuerà ad avere ripercussioni sui tassi di crescita e sui margini di profitto dell’azienda ma, a nostro avviso, il mercato è troppo pessimista sul futuro della società”, dice Jeffrey Vonk analista azionario di Morningstar.

“Nel primo semestre i ricavi (a tassi di cambio costanti) sono rimasti in linea con il dato registrato nello stesso periodo dello scorso anno. I miglioramenti realizzati sul mercato europeo e su quello statunitense hanno parzialmente compensato il rallentamento della Cina, ma il favorevole andamento dei tassi di cambio ha fatto salire il fatturato del 9,8%. Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo che gli introiti crescano a un tasso medio del 5% e che il margine Ebit rimanga stabile attorno al 12%”. 

I costi di "switch" sono un vantaggio
Schneider Electric gode di una posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore per effetto degli elevati costi di switch a carico dei suoi clienti. L’azienda francese si occupa della distribuzione di energia elettrica e offre alle imprese (attive nel settore industriale, real estate, infrastrutture, utility) soluzioni per la sicurezza, per il miglioramento dell’efficienza energetica e anche servizi per l’automatizzazione del controllo dei consumi.

Le aziende che cercano di diventare più produttive ed efficienti spesso cercano di eliminare i processi manuali e questo gioca a favore di Schneider Electric. Il legame tra fornitore e cliente, in questo caso, diventa molto più stretto e difficile da sciogliere, poiché cambiare fornitore dopo l'implementazione iniziale è costoso. L’azienda francese, quindi, può fare affidamento su contratti di lunga durata e questo le garantisce un maggior potere contrattuale e, quindi, margini di profitto più elevati.

Per leggere l’analisi completa su Schneider Electric clicca qui.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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