Il mercato punta sul Giappone. Il Sol levante no

Gli asset nipponici guadagnano, ma le imprese del paese temono il rallentamento globale. Tutti aspettano le prossime mosse della BoJ. 

Marco Caprotti 07/10/2015 | 16:27
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Il mercato ostenta un ottimismo sul Giappone che lo stesso Sol levante non ha. Certo, gli investitori non si possono lamentare. I fondi delle categorie Morningstar Azionari Giappone (big e small cap) nell’ultimo mese hanno guadagnato, mediamente, il 3,7% (portando a +12,2% la performance da inizio anno). Sempre nelle ultime quattro settimane (e calcolato in euro) l’indice Msci dedicato alla piazza di Tokyo è salito dello 0,32%  (+12,3% da inizio anno). 

Andamento dell'indice Msci Japan da inizio anno

Masci Japan

-Il grafico si basa su un investimento ipotetico di 10mila euro effettuato a inizio anno
-Dati aggiornati al 6 ottobre 2015
-Fonte: Morningstar Direct

La corporate Japan non ci crede
Ma il tentativo di ripresa del Sol levante, in questo momento è frutto quasi esclusivamente alla debolezza dello yen che, nei ragionamenti degli operatori, rende più competitive le merci made in Japan e, arricchendo le casse delle società. Una visione rosea che non tutte le aziende condividono.  Nel corso dell’estate, ad esempio, è peggiorata la fiducia delle grandi imprese manifatturiere nipponiche dopo il passo avanti mostrato in primavera. Nel trimestre luglio-settembre l'indice Tankan, la statistica diffusa dalla Bank of Japan che misura il sentiment delle Corporate locali, si è attestato a 12 punti per le grandi imprese manifatturiere, in discesa rispetto ai 15 punti dei tre mesi precedenti e deludendo le attese degli analisti che parlavano di 13 punti. L’indice non manifatturiero per le grandi società, invece, è migliorato a 25 punti dai 23 precedenti. Quello manifatturiero relativo alle medie imprese è risalito da due a cinque punti, mentre quello delle piccole aziende è rimasto fermo a zero.

La BoJ non si muove
La Banca del Giappone ha deciso di mantenere invariata la propria politica monetaria con la quale aumenta la base monetaria di 80mila miliardi di yen per anno (circa 600 miliardi di euro). In molti ora si aspettano una mossa della Banca centrale nella prossima riunione del 30 ottobre, quando potrebbero essere riviste in negativo le previsioni di crescita e inflazione. “L'economia giapponese continua a migliorare moderatamente. Ma le esportazioni e la produzione industriale sono colpite dal rallentamento delle economie emergenti”, ha spiegato la BoJ riferendosi in particolare alla Cina. Sono comunque migliorati l'occupazione, le retribuzioni e gli investimenti delle imprese. L'inflazione dovrebbe raggiungere il 2% nella prima metà del 2016, ma è possibile che questo target sia rinviato a causa della debolezza dei prezzi del petrolio. Il governatore dell’istituto centrale nipponico, Haruhiko Kuroda, ha assicurato che le condizioni della domanda stanno migliorando, come mostrano anche i dati sull'occupazione e che anche l'inflazione di fondo sta aumentando. Il governatore ha garantito che osserverà con molta attenzione la tornata negoziale prevista in primavera sull'aumento dei trattamenti salariali da parte delle aziende. Kuroda ha detto di aspettarsi dal governo che mantenga le promesse con azioni che rafforzino la crescita e ha riferito che nella riunione di fine mese sarà affrontato dettagliatamente il tema delle previsioni sui prezzi.

L’agenzia di rating S&P, intanto, ha declassato il Giappone abbassando il giudizio sull’affidabilità debitoria del paese da AA- ad A+ (l'outlook resta stabile). “Nonostante le promesse iniziali, è improbabile che la strategia del governo riesca a invertire la dinamica dell'economia, rispetto al suo deterioramento, nei prossimi due o tre anni”, ha spiegato l'agenzia in una nota.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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