Tutti sparano sulle Borse

Europa negativa. Colpa del momento di crisi dell’auto, della frenata dei minerari e dei dubbi sulla Cina. Milano segna –2,72%. Deboli i finanziari. La moda prova a salire. Atlantia va in controtendenza. Wall Street scende mentre si parla ancora di tassi. 

Marco Caprotti 28/09/2015 | 17:40
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Auto nella bufera, allarme dei broker sul colosso minerario Glencore e nuovi timori sulla Cina: sono stati questi gli elementi che hanno portato le Borse europee a chiudere con il segno meno. Volkswagen ha frenato ancora nel giorno in cui Audi, brand del gruppo di Wolfsburg, ha annunciato il coinvolgimento di 2,1 milioni di vetture nello scandalo del software delle emissioni manipolate. Il settore teme un allargarsi del caso ad altri gruppi e condizioni molto stringenti da parte delle autorità europee e americane sui controlli. Per quanto riguarda la Cina, Citigroup ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita del paese.

Ma i riflettori sono puntati anche sul colosso minerario Glencore: il titolo è andato ko a Londra perché alcuni broker ritengono che il gruppo, nell'attuale scenario di prezzi delle commodity costantemente al ribasso, debba mettere mano a ulteriori ristrutturazioni da aggiungere ai programmi di profondo riassetto già in corso.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -2,72%, la giornata è stata difficile per i finanziari. I titoli del lusso hanno arginato le perdite, proprio nell'ultimo giorno della settimana della moda. In controtendenza Atlantia, nell'attesa di novità sulla cessione di Aeroporti di Roma.

New York negativa
Wall Street ha aperto la nuova settimana all'insegna delle vendite. Sono gli energetici a soffrire. Continuano a pesare i timori per l'andamento dell'economia cinese e di conseguenza di quella mondiale. Intanto va avanti il dibattito sulla tempistica con cui la Federal Reserve potrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006. Secondo William Dudley, presidente della Fed di New York, una stretta è possibile quest'anno. Si tratta di un concetto ribadito la settimana scorsa anche dal governatore della Fed, Janet Yellen. Di conseguenza le probabilità di un aumento del costo del denaro nel 2015 stanno salendo, ma restano comunque contenute.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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