VIDEO: L’alternativo piace se Ucits

Secondo Daniele Spada (Lyxor), gli investitori cercano nei prodotti non tradizionali una maggiore diversificazione di portafoglio e un’altra fonte di “alfa”. Le ultime normative europee hanno aiutato a rendere questi strumenti più trasparenti.

Valerio Baselli 25/09/2015 | 09:44
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Daniele Spada, responsabile della piattaforma dedicata gli investimenti alternativi di Lyxor. Buongiorno Daniele.

Daniele Spada: Buongiorno Valerio, grazie per l’invito.

Baselli: I fondi alternativi stanno andando molto bene in termini di raccolta. Secondo i dati Morningstar, hanno raccolto più di 52 miliardi di euro a fine luglio, anche se in agosto hanno sofferto la volatilità che c’è stata sui mercati. Comunque, in termini di flussi stanno andando molto bene. Quali ragioni ci sono dietro a questo trend secondo voi?

Spada: In effetti confermo che anche dal nostro osservatorio Lyxor vediamo un interesse crescente già dalla fine dell’anno scorso. Il primo fattore che spiega questo interesse, e una raccolta che ormai è arrivata ai livelli pre-crisi, è sicuramente una necessità di diversificazione crescente da parte degli investitori. Gli hedge funds oggi sono una vera alternativa agli attivi tradizionali, ancora più che nel passato, perché sono più trasparenti di quanto lo fossero prima, possono funzionare bene in questo contesto macroeconomico in cui la volatilità la fa da padrone e c’è un aumento della dispersione. Sono attivi che oggi hanno meno leva e sono diventati più interessanti anche a livello di commissioni di gestione. L’ultimo punto è che i risultati di quest’anno confermano che siamo in una fase di mercato in cui bisogna guardare alla gestione alternativa.

Baselli: Ecco, quando parliamo di investimenti alternativi ci riferiamo a un universo molto variagato in termini di asset class e strategie. Secondo la vostra esperienza di gestori, quali sono i prodotti più richiesti dagli investitori in questo momento e perché?

Spada: Sono d’accordo sul fatto che quando parliamo di prodotti alternativi parliamo di un mondo molto variegato. Partendo dalla cifra di 52 miliardi di raccolta, su questi, circa 43 miliardi vengono dal mondo alternativo Ucits (dati Morningstar, Ndr). È interessante quindi notare che gli investimenti alternativi Ucits, quindi la versione più liquida e trasparente degli hedge funds, sono la prima scelta degli investitori. Le preferenze quindi vanno oggi verso tutto quello che è alternativo Ucits.

Se lo guardo dall’osservatorio Lyxor, non posso che confermare questa evidenza; la nostra raccolta sui prodotti Ucits è aumentata quest’anno del 50% rispetto all’anno scorso. Anche qui, si tratta di un mondo variagato. Gli investitori cercano delle vere alternative alle posizioni azionarie e obbligazionarie lunghe. Tipicamente le gestioni long short equity, oppure le gestioni CTA, soprattutto all’inizio dell’anno. Strategie che permettono di rimanere investiti in maniera più o meno diversificata sui mercati tradizionali, ma prendendo meno “beta’, meno direzionalità, e sfruttando le opportunità di creazione di “alfa” che questo nuovo contesto di mercato porta ai gestori.

Baselli: Per chiudere, guardando al futuro, quali sono i maggiori cambiamenti o le sfide principali che l’industria dei prodotti alternativi dovrà affrontare nei prossimi anni?

Spada: L’industria alternativa ha già subito diversi cambiamenti negli ultimi anni: è diventata più liquida, più trasparente, con meno leva e con commissioni più basse. Tutto ciò è stato portato dalla domanda degli investitori e anche da direttive europee, come la Ucits, che hanno spinto verso questa direzione. Quindi credo che anche i cambiamenti futuri dovranno seguire queste due assi: la necessità degli investitori di avere nuove strategie di diversificazione e la necessità del regolatore di fare in modo che i gestori hedge possano impachettare queste strategie in versioni in cui ci sia trasparenza e controllo dei rischi.

Baselli: Grazie mille. Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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