Tieni il manager al guinzaglio

I gestori di prodotti alternativi hanno una grande libertà di azione sul mercato. Ma in questo modo il risparmiatore può aumentare inconsapevolmente il rischio in portafoglio. Ecco come ridurre i pericoli.

Marco Caprotti 22/09/2015 | 09:57
Facebook Twitter LinkedIn

La libertà di ciascuno, diceva lo scrittore francese Alphonse Karr, ha per limiti logici quella degli altri. Applicato alla finanza, questo significa che il grande spazio di manovra concesso ai gestori di fondi alternativi non deve mettere – per quanto inconsapevolmente – un risparmiatore alle prese con rischi più grandi di quelli che si può accollare. Per evitare questo pericolo, però, buona parte del lavoro è sulle spalle dell’investitore. Un compito che tocca a un numero sempre maggiore di persone, considerata la crescita di questo tipo di segmento di investimento. Secondo i dati di Hedge Fund Intelligence, ad esempio, a fine 2014 si stimano (a livello globale) 2.744 miliardi di dollari investiti in hedge fund e 180 miliardi in strumenti Ucits alternativi.

Più alpha, maggiori pericoli
Le ragioni alla base della fiducia degli investitori su questo tipo di strumenti sono diverse. “Le strategie alternative sono in grado di generare alpha anche in presenza di bassa volatilità”, spiega Alessandra Manuli, amministratore delegato di Hedge Invest Sgr. “L’obbligazionario, ad esempio, è sempre più correlato all’equity e sta perdendo la sua funzione storica di protezione dagli alti e bassi dei mercati. Un compito che viene sempre più spesso affidato ai prodotti alternativi”.

Il punto delicato della questione è legato alla natura di questi prodotti che, nel tentativo di produrre alti rendimenti a prescindere dall’andamento dei mercati, possono anche generare forti perdite proprio per la libertà di azione che viene concessa al manager e per la fiducia che si dà alle sue capacità di generare performance superiori alla media senza avere come punto di riferimento un indice. Grazie alla possibilità di andare lunghi o corti e alla libertà di investire su qualsiasi asset a livello globale, hanno più opportunità dei gestori di portafogli tradizionali di correre o di cadere.

Il gestore ai raggi X
Il passo successivo che deve fare un investitore interessato a un prodotto alternativo, dopo aver deciso se mettersi questo tipo di prodotti in portafoglio (per controllare gli effetti dell’inflazione, preservare il capitale o, più in generale, diversificare), è quello di passare ai raggi X i gestori dei prodotti a cui è interessato.

Cosa cercare
Nell’investimento tradizionale, infatti, la performance del manager è misurata in confronto a un benchmark come, ad esempio, l’S&P500. Detta molto semplicemente, cerca di battere l’indice investendo nelle società che lo compongono, lasciando fuori, ad esempio, le small cap. Possibilità, insieme a molte altre, che hanno, invece, i gestori alternativi, il cui successo dipende dalla effettiva capacità di portare avanti la loro strategia. Insomma a diversi manager corrispondono differenti rendimenti.

Per l’analisi qualitativa degli strumenti alternativi il team di analisti di Morningstar utilizza sostanzialmente la stessa metodologia dei fondi tradizionali, basata sui cosiddetti cinque pilastri (Persone, Processo, Società, Performance e Costi). “Ma, dal momento che gli obiettivi e i vincoli in termini di rischio dei fondi alternativi variano notevolmente da comparto a comparto, la valutazione delle performance richiede più di frequente la costruzione di un gruppo di confronto adeguato con cui misurarlo”, spiega Francesco Paganelli, fund analyst di Morningstar. “Questi prodotti non hanno quasi mai un benchmark di riferimento. Sulla base dello stile di gestione, degli obiettivi di rendimento e dell’universo investibile è però sempre possibile determinare se un gestore è stato in grado o no di aggiungere valore. In particolare, analogamente a quanto viene effettuato per i fondi tradizionali, l’obiettivo dell’analisi è identificare le fonti di valore aggiunto, verificare come il fondo si è comportato in diverse condizioni di mercato, stabilire se esiste una coerenza tra obiettivi, processo e risultati. Trattandosi di un’analisi qualitativa e prospettica, comunque, le performance passate hanno sempre un peso relativamente modesto nella determinazione del rating finale”.  

Ma come si fa a ridurre i rischi? Un’operazione importante è quella di identificare quell’aspetto particolare che potrebbe permettere al manager di avere successo. L’obiettivo è arrivare a capire quali sono i rischi e i rendimenti attesi e che risultato danno rispetto a strategie più tradizionali. Bisogna poi capire quali sono le condizioni di mercato che possono essere più o meno favorevoli al gestore per arrivare a una stima delle performance nel caso di situazioni di Toro e Orso e nelle fasi di bassa e alta volatilità.

Anche con gli alternative investment, inoltre, è utile la tecnica della diversificazione. Meglio, quindi affidarsi a più gestori che abbiano approcci complementari e con risultati non correlati fra di loro.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures