L'industria tradisce la Cina

L'indice Pmi manifatturiero del Dragone scende ai minimi da agosto 2012 e trascina al ribasso le Borse mondiali. Shanghai perde l'1,23%. Tokyo cede il 3,84%. Avvio negativo anche per Eurolandia. Milano segna -1,50%. Male il lusso. Tiene Eni. 

Francesco Lavecchia 01/09/2015 | 09:51
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L’industria tradisce la Cina e i listini asiatici tornano in perdita. Il dato atteso per oggi, quello relativo all’indice dei direttori degli acquisti (PMI) del settore manifatturiero, ha mancato le attese degli analisti scendendo a 49,7 (da quota 50 registrato a luglio) e registrando il punto più basso da agosto 2012. Le ripercussioni sulle Borse dell’Asia Pacifico sono state forti, data l’importanza che l’economia cinese ha per i paesi della regione.

A Tokyo, l’indice Nikkei ha ceduto il 3,84%. Sul listino nipponico l’effetto del dato cinese è stato amplificato dall’ultimo aggiornamento sulle spese per investimenti delle imprese, scese in maniera significativa nel secondo trimestre rispetto ai primi tre mesi dell’anno . La ragione principale di questo risultato, dicono gli analisti, è che le aziende temono il forte calo della domanda della Cina. L’indice Shanghai Composite ha chiuso a -1,23%. Hong Kong segna -1,59%.

Milano segna -1,50% 
Avvio negativo anche per i listini di Eurolandia. La prudenza di ieri si è tradotta in delusione, dopo il negativo dato cinese, e gli operatori hanno fatto scattare le vendite. In giornata saranno resi noti gli aggiornamenti sull’indice Pmi manifatturiero anche per i paesi dell’Area euro per gli Usa, oltre a quelli relativi al tasso di disoccupazione nel Vecchio continente. A Milano il Ftse Mib segna -1,… Prosegue il periodo no per Ferragamo, che cede il 3,11%. Male anche Yoox e Moncler. Fca perde oltre il 2%. Ancora acquisti, invece, su Eni e Tenaris. 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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