Borse, le vendite colpiscono anche l’Europa

I listini dell’area euro non resistono al crollo dei mercati asiatici. Londra, Francoforte e Parigi cedono oltre il 4,5%. Milano chiude a -5,96%. Petrolio sotto quota 39 dollari al barile. Risale l’euro. 

Francesco Lavecchia 24/08/2015 | 17:53
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Le Borse del Vecchio continente hanno chiuso in ribasso per il settimo giorno di fila. La notizia di oggi è che il crollo di Shanghai (oggi -8,5%) ha avuto un effetto domino sui listini europei che hanno chiuso con passivi compresi tra il 4,5% e il 6%. Niente, infatti, è cambiato da venerdì scorso. Le autorità cinesi non hanno provveduto a nuove svalutazioni dello yuan e nessun altro dato macro è stato pubblicato.

La reazione dei mercati, dicono gli analisti, non si basa sui fondamentali delle stock ma sul panico prodotto dalle speculazioni circa il rallentamento della Cina. Una crescita del Dragone inferiore alle attese avrebbe pesanti ripercussioni sulla domanda di materie prime (il prezzo del barile sul WTI viaggia ora sotto i 39 dollari) e sulle esportazioni di molti paesi, non solo in Asia ma anche in Occidente. Tuttavia le perdite registrate sui listini in questi ultimi giorni sono anche il frutto del comportamento irrazionale dei mercati e delle elevate valutazioni delle stock in Cina (dove lo Shanghai Composite era salito, prima che iniziassero le vendite, del 150%) e in Europa.

Forti vendite su FCA
A Piazza Affari il Ftse Mib ha ceduto il 5,96% per effetto delle vendite sui titoli legati al petrolio come Tenaris e Eni, e su quelli del comparto manifatturiero. All’interno del settore industriale spicca il forte ribasso di FCA che, oltre a pagare le negative prospettive legate alle esportazioni in Cina, sconta anche l’effetto dell’apprezzamento dell’euro che si è riportato sopra quota 1,15 contro il dollaro Usa.  

Wall Street in ribasso 
Avvio pesante per Wall Street, con il Dow Jones e il Nasdaq che hanno aperto rispettivamente a -4,87% e  -8,4%. I listini newyorkesi hanno recuperato parte del passivo nelle ore successiva (ora viaggiano attorno al -2,6%), ma il New York Stock Exchange è comunque corso ai ripari annunciando la possibilità di interrompere le contrattazione per 15 minuti se le perdite registrate dall’indice S&P 500 raggiungono il 7% (nel caso in cui, invece, registrasse -20% gli scambi verrebbero sospesi per il resto della giornata). La forte reazione del mercato, per di più in mancanza di dati macro rilevanti, è da attribuire anche ai timori che il possibile rinvio del ritocco dei tassi di interesse sia dovuto, in realtà, alla mancata accelerazione dell’economia americana. 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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