Al giro di boa della seduta si appesantiscono le perdite sui listini di Eurolandia. Peggio di Milano, che segna -1,09%, fa solo Atene che supera i tre punti percentuali di passivo. Londra limita i danni anche grazie al positivo dato sulle vendite al dettaglio, cresciute nel mese di luglio del 4,2% rispetto allo scorso anno (+0,1% rispetto a giugno).
Sul listino di Piazza Affari il segno meno colpisce senza esclusione tutti i settori economici. Tra gli industriali, Buzzi Unicem cede oltre il 3% e Finmeccanica il 2,10%. Male anche Atlantia, Autogrill e Mediaset, tutte in calo di oltre due punti percentuali. Nel paniere delle blue chip si salvano soltanto Ansaldo e World Duty Free.
I mercati sono orientati alla prudenza. I timori che il rallentamento della Cina abbia importanti ripercussioni sull’economia globale sono reali, inoltre c’è incertezza sulle future mosse delle Fed e sugli interventi sullo yuan da parte della Banca del Popolo. Continua a preoccupare la caduta del prezzo del petrolio, scivolato sotto la soglia dei 42 dollari al barile (WTI).
New York negativa
L’andamento dei future a New York indica che Wall Street aprirà anche oggi in ribasso. Non sembra bastare agli operatori, infatti, la probabile decisione (stando a quanto si evince dalle minutes pubblicate ieri), da parte della Fed, di non anticipare a settembre l’operazione sui tassi di interesse. In giornata sono attesi i dati relativi alle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, alle vendite di abitazioni esistenti e l’ultima lettura dell’indice della produzione della Fed di Filadelfia (che è un termometro dello stato di salute del settore manifatturiero). Risultati macro incoraggianti e qualche trimestrale di peso potrebbero aiutare a risollevare le sorti della seduta sui listini newyorkesi.
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