Lo snack ingrassa la cedola di PepsiCo

Il dividendo del gruppo americano è cresciuto negli ultimi cinque anni grazie alla elevata profittabilità garantita dal segmento food. Il titolo resta scambiato in linea con il fair value di Morningstar.

Francesco Lavecchia 14/07/2015 | 11:54
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La leadership nel settore degli snack e il forte posizionamento in quello beverage promettono di continuare a sostenere la crescita della cedola di PepsiCo. Negli ultimi cinque anni il dividendo del gruppo americano è salito grazie a un payout superiore al 60% e al progresso degli utili aziendali. Gli analisti di Morningstar sono convinti che, nonostante il rallentamento della domanda di bevande gasate nei paesi occidentali, i risultati del gruppo continueranno a essere sostenuti dalla crescita dei paesi emergenti nei quali è previsto non solo l’aumento dei volumi di produzione ma anche quello del prezzo medio dei prodotti.

Le previsioni degli analisti
“PepsiCo è riuscita a costruirsi una forte posizione di vantaggio competitivo, quello che noi chiamiamo Economic Moat, grazie a un portafoglio marchi di altissimo livello, con ben 22 brand che generano oltre un miliardo di dollari di vendite, grosse economie di scala e una capillare rete distributiva difficilmente replicabile dai competitor,” dice Adam Fleck analista azionario di Morningstar.  “Operare nei segmenti beverage e snack è una grossa opportunità per l’azienda. In questo modo riesce a realizzare sinergie per circa un miliardo di euro che contribuiscono a spingere la profittabilità del gruppo a un livello significativamente superiore rispetto a quello dei suoi competitor”.

In base a quest’analisi, le nostre aspettative da qui al 2019 sono per un progresso medio dei ricavi del 2,6% e un miglioramento annuo degli utili del 4,4%. Al momento, però, il titolo PepsiCo è scambiato a prezzi che sono sostanzialmente in linea con il fair value di Morningstar, che è pari a 97 dollari per azione.

Meno bollicine in Occidente
I rischi maggiori per PepsiCo sono legati al segmento beverage. L’azienda paga, nei confronti di Coca Cola, il minor appeal delle sue bevande gasate fuori dai confini nazionali. Inoltre, i gusti dei consumatori nei paesi sviluppati stanno progressivamente cambiando, avvicinandosi sempre più a prodotti a più basso contenuto calorico. Questo, insieme all’attenzione dei governi alla salute dei cittadini rischia di far aumentare la tassazione sulle bevande con le bollicine. 

 

Per leggere l’analisi completa su PepsiCo clicca qui.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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