Prosegue la marcia di Lloyds

Dopo il fallimento nel 2008, i miglioramenti della banca britannica sono stati continui. Nel 2014 è tornata a pagare il dividendo e le prospettive restano positive. Ma il mercato continua a scontare il titolo. 

Francesco Lavecchia 26/05/2015 | 10:00
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Lloyds (LLOY) continua nel suo processo di rinascita, ma il mercato sottovaluta i progressi fin qui realizzati dalla banca britannica e, soprattutto, le sue prospettive di crescita. Il titolo è scambiato attorno a 0,77 sterline, circa il 20% in meno rispetto al nostro fair value che è pari a 0,98 sterline.

La crisi finanziaria e la sfortunata acquisizione di HBOS (una banca scozzese) hanno costretto l’istituto di credito a ricorrere al salvataggio da parte del Governo inglese. Negli ultimi sette anni, però, i miglioramenti sono stati evidenti: molti asset non core sono stati dismessi (ultima, in ordine temporale, è la vendita della Banca TSB alla spagnola Sabadell), il margine di interesse è tornato a crescere nel 2013, le perdite su crediti si sono ridotte ed è calato anche il rapporto tra prestiti concessi e depositi bancari.

Riemersa dalle ceneri del fallimento, Lloyds ha avuto la capacità di riprendere in mano le redini e di tornare a essere fedele al suo modello di banca retail. Un business poco rischioso e molto redditizio, anche in virtù della scarsa apertura del mercato bancario britannico, strutturato in una specie di oligopolio

Lloyds controlla il 20% del mercato del credito alle imprese (soprattutto di piccole e medie dimensioni) ed è la prima banca per prestiti alle famiglie, che rappresentano oltre il 60% delle sue concessioni. Questo forte posizionamento sul mercato le permette di ridurre il costo delle sue operazioni e di attrarre un elevato ammontare di depositi bancari. Due fattori che garantiscono al gruppo britannico un livello di redditività superiore alla media dei suoi competitor (Economic Moat).

I frutti di questa profonda operazione di ristrutturazione aziendale si sono tradotti nel 2014 nel ritorno al dividendo (l’ultima volta era stato pagato nel 2008). Il management ha deciso di distribuire tra gli azionisti il 70% degli utili d’esercizio. Se questo pay-out fosse confermato anche nei prossimi esercizi, si arriverebbe nel 2016 a un dividend yield del 4%. I nostri analisti si aspettano che nei prossimi cinque anni il fatturato salga a un tasso del 5%. Nel medio termine il rapporto costi/ricavi scenderà dall’attuale 80% al 50% e questo permetterà al margine operativo di salire sopra quota 40%. 

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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