Le Borse trovano la spinta

Europa positiva dopo una seduta contrastata. Restano le preoccupazioni per la frenata della Germania e per la moneta unica alta, ma le acciaierie e le valutazioni danno una mano. Milano segna +1,45%. In salita Mps e Generali. Giù Ferragamo e Moncler. Wall Street approfitta dei dati macro. 

Marco Caprotti 14/05/2015 | 17:46
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Seduta positiva dopo una giornata contrastata per le Borse europee. Gli investitori sono preoccupati per la frenata registrata dal Pil della Germania e si interrogano sugli effetti del rafforzamento dell'euro. A dare una spinta sono stati alcuni provvedimenti antidumping dell’Unione europea che dovrebbero favorire le acciaierie e le valutazioni tornate a livelli più ragionevoli, dicono gli operatori, dopo due giorni di ribassi.

A Piazza Affari, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato +1,45%, in rialzo le Mps, nonostante la Bce abbia indicato che l’aumento di capitale da 3 miliardi non basta per rendere solidi i fondamentali della banca. Per l'istituto di Francoforte sarebbe auspicabile un matrimonio, indicazione che ha subito favorito la speculazione. Premiate con un progresso le Generali, nel giorno della diffusione della trimestrale. In calo le Ferragamo, nonostante nella tarda serata di ieri la società abbia annunciato conti in crescita nei primi tre mesi dell'anno con l'utile salito del 17% a 32 milioni. I titoli, però, hanno già registrato un progresso del 40% nell'ultimo anno e a detta degli operatori sono correttamente valutati. Giù Moncler, dopo l’annuncio a sorpresa che Eurazeo ha deciso di collocare sul mercato il 7,8% del capitale.

New York positiva
Wall Street viaggia con il segno più grazie a una serie di fattori. Nella settimana finita il 9 maggio, il numero di americani che per la prima volta ha fatto richiesta di sussidi di disoccupazione è sceso di 1.000 unità a quota 264.000, vicino ai minimi di 15 anni. Questo significa che l'economia sta creando posti di lavoro a un buon passo. I prezzi alla produzione sono calati dello 0,4% il mese scorso rispetto a marzo, peggio delle stime per un incremento dello 0,1%. E' il segno di un'inflazione che continua ad essere bassa. Su base annuale la contrazione è stata dell'1,3%, la maggiore dal novembre 2010. Il declino è dovuto a quello dei prezzi energetici e dei generi alimentari. Intanto il mercato del reddito fisso, oggetto di sell-off da fine aprile, sembra essersi stabilizzato. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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