La crescita di Google è a sconto

Il fatturato di Big G è visto in salita a un tasso medio superiore al 10% nei prossimi cinque anni, ma il titolo continua a essere sottovalutato dal mercato.  

Francesco Lavecchia 28/04/2015 | 11:30
Facebook Twitter LinkedIn

La trimestrale spinge Google in Borsa, ma il titolo resta scambiato a sconto rispetto al nostro fair value. Le azioni del gruppo americano hanno chiuso le contrattazioni del 24 aprile a 573,68 dollari (+2,89%), il 20% in meno rispetto alla nostra valutazione che è pari a 715 dollari.

I dati del primo trimestre
Nei tre mesi da gennaio a marzo Big G ha registrato una crescita del fatturato del 12% rispetto allo stesso periodo del 2014, salendo a quota 13,9 miliardi di dollari nonostante il negativo andamento del tasso di cambio abbia deprezzato i ricavi del 5%. Il dato supera leggermente le stime dei nostri analisti e conferma ancora una volta la grande capacità del gruppo di catturare nuove fette di mercato nel settore dell’advertising digitale.

Google riesce meglio di qualsiasi altro a indirizzare ai potenziali clienti gli annunci pubblicitari massimizzando il ritorno degli inserzionisti. E questo lo fa attraverso i suoi siti di proprietà Google e YouTube che insieme rappresentano circa il 70% del suo giro d’affari complessivo.

I continui investimenti, però, comprimono i margini di profillo. L’Ebit è sceso al 25,80% (-90 punti base rispetto al primo trimestre del 2014) e le nostre stime indicano solo un lieve progresso nei prossimi cinque anni (fino al 28% nel 2019), a fronte di un tasso di crescita medio dei ricavi del 12%.

“Condividiamo con l’azienda la necessità di continuare a spendere in ricerca e sviluppo e nell’ampliamento della capacità del data center, ma siamo convinti che un impiego più parsimonioso del capitale porterebbe il margine operativo a superare il 30%”, dice Rick Summer analista azionario di Morningstar.

L'importanza degli investimenti
Il management ammette che alcuni investimenti potranno non avere successo, ma tali sforzi serviranno, a loro avviso, a diversi scopi: in primo luogo a difendere la posizione di vantaggio nel digital advertising e poi a fornire incentivi per attirare e trattenere i migliori talenti nel campo dell’informatica.

Il gap tra il tempo speso online e l’investimento pubblicitario su Internet è ancora molto alto. Gli analisti si aspettano che con il passare degli anni questo divario si assottigli contribuendo a sostenere il fatturato del gruppo americano.  Un’altra fonte di crescita  sarà rappresentata dal business del mobile, grazie al controllo di una grossa fetta del mercato degli smartphone. Inoltre, gli elevati flussi di cassa generati dall’attività operativa (saliti dell’80% nel 2014) garantiranno all’azienda la possibilità di finanziare numerosi progetti per sostenere la crescita di lungo periodo. 

 

Per leggere l'analisi completa su Google clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Alphabet Inc Class A154,40 USD-0,30Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures