Morningstar, poche occasioni sul mercato equity

OUTLOOK AZIONARIO: Le Borse hanno corso molto e il valore dei titoli ha superato mediamente le nostre stime. Gli analisti hanno modificato le aspettative sul costo del capitale e sul prezzo delle commodity e questo ha impattato sulle loro valutazioni. 

Matthew Coffina, CFA 08/04/2015 | 11:09
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Punti chiave:

  • Il mercato sembra moderatamente sopravvalutato. Le opportunità sono poche e gli investitori dovrebbero quindi ragionare su un orizzonte temporale di lungo termine.
  • I fair value dei titoli analizzati risentono della nuova stima del costo del capitale da parte dei nostri analisti.
  • Le aspettative future sul prezzo del greggio e del gas naturale sono cambiate, e con esse anche le valutazioni sulle società del comparto energy.

 

Il mercato azionario appare sopravvalutato. Gli investitori farebbero bene, quindi, a mantenere un atteggiamento prudente e molto disciplinato, oltre a fissare obiettivi di lungo periodo.

Il comparto dei beni di consumo ha fatto da traino alle Borse e ora, in base alle nostre stime, è tra i più sopravvalutati insieme a quello tecnologico, industriale, salute e utility. In ognuno di questi settori, il prezzo di mercato dei titoli cattura un premio medio, rispetto al nostro fair value, compreso tra il 7% e l’11%. Mentre solo i titoli energetici risultano scambiati relativamente a buon prezzo, con un tasso di sconto di circa il 9% rispetto alle nostre valutazioni.

Tali conclusioni non cambiano se si sposta l’analisi dai settori alle singole stock. Al momento, solo il 25% dei titoli coperti dai nostri analisti può vantare un rating Morningstar di cinque stelle (raccomandazione di buy). Molti di questi, inoltre, appartengono a settori molto volatili come quello minerario ed energetico, o sono di società operanti in paesi emergenti. Solo 14 di essi sono scambiati sui listini americani e solo uno (Spectra Energy) è relativo ad un’azienda alla quale riconosciamo un’ampia posizione di vantaggio competitivo (Economic Moat elevato).

L'S&P 500 viaggia sui massimi
Relativamente al mercato americano, l’indice S&P 500 viaggia attorno a quota 2.100 punti, ovvero su un livello di price/earning (calcolati con il metodo Shiller che utilizza al denominatore la media a dieci anni degli utili aggiustati per l’inflazione) pari a 27,7, cioè superiore al 79% delle osservazioni medie mensili registrate dal 1989 ad oggi.  Storicamente, i periodi in cui i listini di Wall Street hanno toccato livelli di prezzo così elevati sono stati solitamente seguiti da fasi ribassiste. La nostra raccomandazione, quindi, è quella di operare in Borsa mantenendo un atteggiamento prudente.

Gli investitori sono più che mai concentrati sulle comunicazioni della Federal Reserve. Il tasso di riferimento è ai minimi storici da fine 2008 e l’ultima volta che la Banca centrale americana ha operato una manovra restrittiva di politica monetaria si era a metà del 2006. La risalita del costo del denaro è solo questione di tempo e il suo impatto sulle valutazioni delle stock sarà inevitabile (poiché il prezzo delle azioni è pari alla somma dei flussi di cassa futuri prodotti dall’azienda scontati per il costo del capitale, sul quale appunto incide anche l’andamento dei tassi di interesse).

Tasso di sconto più alto per i nostri modelli
I nostri analisti stimano un valore del costo del capitale pari al 9%. Valutazione che tiene conto di un’inflazione attesa di lungo periodo compresa tra il 2% e il 2,5% e di un tasso di interesse per i Treasury Bond a lunga scadenza del 4,5%. L’effetto complessivo sulle valutazioni del mercato, però, è incerto. Se è vero, infatti, che un costo del capitale più alto implica un aumento del tasso di sconto, è anche vero che tassi di interesse più elevati sono associati alla crescita dell’economia e ad un aumento dell’inflazione. Entrambi fattori che spingono in alto le aspettative sui flussi di cassa futuri delle aziende e, con esse, anche le valutazioni azionarie. Ecco perché l’intervento della Fed non dovrebbe necessariamente indurre gli investitori a uscire dal mercato dei capitali.

Cosa cambia per il settore energy
Oltre a modificare la stima del costo del capitale, il secondo intervento di rilievo da parte dei nostri analisti è stato quello relativo al fair value dei titoli del comparto energy. La revisione al ribasso delle prospettive future per la domanda e l’offerta di greggio e gas naturale nei prossimi cinque anni ha determinato il taglio delle stime del prezzo delle due commodity rispettivamente a 75 dollari al barile, per quello scambiato sul Brent (dai 100 dollari in precedenza), e a 4 dollari per mille metri cubi (dai 5,40 dollari). Questo a sua volta ha prodotto la riduzione del fair value per un ampio numero di società appartenenti al comparto e, in alcuni casi, anche il taglio del nostro Economic Moat rating.

Le aziende che più sono state penalizzate dalle nuove stime sono quelle di piccole dimensioni, operanti nel segmento E&P (esplorazione e produzione di greggio e gas) e poco diversificate. Più limitato, invece, l’effetto sulle valutazioni delle aziende occupate nelle attività del settore midstream (trasporto e stoccaggio di greggio), che sono esposte ai volumi di produzione piuttosto che ai prezzi delle materie prime.  I nostri analisti indicano il comparto energetico come quello al momento più sottovalutato, anche se il divario tra i nostri fair value e le valutazioni del mercato si è ridotto in maniera significativa. 

 

Sintesi e traduzione a cura di Francesco Lavecchia

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Matthew Coffina, CFA  is a stock analyst at Morningstar.

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