VIDEO: Non chiamatela “guerra dei prezzi”

Per Emanuele Bellingeri, responsabile Italia di iShares (società vincitrice di tre Morningstar Awards 2015), le minori commissioni sono sostenibili grazie alla migliore efficienza dei prodotti. Lo smart beta continuerà a crescere.

Valerio Baselli 08/04/2015 | 09:47
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti ai Morningstar Awards, sono in compagnia di Emanuele Bellingeri, responsabile per l’Italia di iShares. Ciao Emanuele e grazie.

Emanuele Bellingeri: Buongiorno.

Baselli: Innanzitutto complimenti, visto che questa sera vi portate a casa ben tre Morningstar Awards, uno come miglior fondo azionario internazionale, un’altro come miglior fondo nella categoria Obbligazionario governativi euro e infine un premio come migliore società nella categoria obbligazionaria large.

Come spieghi il successo della gestione passiva in ambiti tradizionalmente terreno della gestione attiva?

Bellingeri: Ci sono alcune fasi di mercato, e il 2014 è stata una di esse, dove siamo in presenza di una volatilità che va ad aumentare, con rendimenti positivi sia in ambito azionario che obbligazionario, ma con una variabilità di questi rendimenti. E poi siamo in una situazione di tassi molto bassi. Soprattutto in ambito obbligazionario, generare extra rendimento con questo livello di tassi è difficile per un gestore attivo. Quindi può accadere in queste fasi, come già successo in passato, che la gestione passiva suoperi i gestori attivi.

Baselli: Per un emittente di Etf, credo che le evoluzioni degli indici da replicare siano molto importanti. Si parla molto di “smart beta” o di “strategic beta” come lo definiamo noi di Morningstar. Come ti immagini gli indici da replicare in futuro?

Bellingeri: Questo è un tema su cui vedremo una forte crescita. L’offerta Etf si è evoluta nel tempo. Abbiamo cominciato con Etf in ambito azionario sui mercati core, e poi via via abbiamo allargato la gamma e la capacità della gestione passiva ha fatto che sì che con gli Etf oggi si possono coprire nicchie di mercato diverse, settori e paesi. Sono poi stati lanciati gli Etf obbligazionari, che fino a pochi anni fa non erano presenti, Etp sulle commodity, adesso stanno crescendo sempre più queste strategie alternative, non basate sulla capitalizzazione, ma su altri parametri. Strategie quantitative che si avvicinano un po’ alla gestione attiva su cui vedremo una crescita importante in futuro.

Baselli: Per chiudere un commento sulla cosiddetta “guerra dei prezzi”. In Europa, molti emittenti di Etf hanno abbassato le commissioni, iShares e BlackRock sono stati tra i primi. C’è il pericolo che scelte di abbassare i costi, che ovviamente è una buona notizia per gli investitori, siano a volte più scelte di marketing o di breve periodo piuttosto che scelte strutturali e sostenibili?

Bellingeri: Io lo guarderei dal punto di vista dell’investitore, il quale va a beneficiare di un abbassamento dei prezzi. Normalmente questo abbassamento dei prezzi avviene su quelli che sono gli indici core, di solito azionari a larga capitalizzazione, che guarda caso sono stati anche i primi Etf a essere stati lanciati, sono i più liquidi, i più facili da replicare e quelli con masse maggiori. Questo permette di ottenere delle economie di scala e quindi abbassare i prezzi. In futuro potremmo assistere alla stessa cosa anche in altri ambiti.

Io non la definirei “guerra dei prezzi”, ma più che altro un efficientamento dei prodotti esistenti: migliora la liquidità, diminuiscono i prezzi e gli Etf diventano più efficienti.

Baselli: Perfetto, grazie ancora a Emanuele Bellingeri.

Bellingeri: Grazie a voi.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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