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Abbiamo intervistato Marco Orsi di Investec, società che si è distinta nelle previsioni di mercato sul secondo semestre 2014, nell’ambito del Morningstar Italy investiment sentiment index.

Valerio Baselli 23/03/2015 | 14:47
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Valerio Baselli: A gennaio 2014 abbiamo lanciato il MIISI, il Morningstar Italy investment sentiment index, un benchmark costituito dalle previsioni, aggiornate mensilmente, dei principali gestori e analisti che operano in Italia.

Il Miisi è un indice che si basa su una scala da uno a cento, dove risultati superiori a 50 indicano un sentiment positivo su una determinata asset class e viceversa. Le classi di attivo su cui si basa il sondaggio mensile sono 10 e includono i principali mercati azionari, obbligazionari e il cambio euro-dollaro.

Abbiamo visto che nel secondo semestre 2014 i gestori hanno avuto in generale più difficoltà nel prevedere l’andamento delle varie asset class rispetto alla prima parte dell’anno, soprattutto per quanto riguarda i mercati europei.

Tra i partecipanti al sondaggio, comunque, una delle case di gestione che si è più distinta nella seconda parte dell’anno scorso è stata Investec. Abbiamo con noi Marco Orsi, responsabile per l’Italia.

Buongiorno dott. Orsi e grazie.

Marco Orsi: Buongiorno, grazie a voi.

Baselli: Dunque, quello che ha contraddistinto Investec nelle risposte al sondaggio, ad esempio, è che a luglio avevate una visione piuttosto positiva sui decennali tedeschi e americani, mentre eravate più cauti sul debito emergente. Posizioni che si sono rivelate corrette. Oggi, qual è la vostra posizione alla luce delle nuove evoluzioni del mercato obbligazionario? Penso ad esempio al QE della Bce.

Orsi: Oggi come oggi siamo più cauti sul mercato obbligazionario, in generale. Tutto quello che si è verificato si è verificato perché sono successe alcune cose che hanno cambiato quello che è adesso il panorama obbligazionario globale. Ci sarà in futuro, anche se non si sa bene quando, un innalzamento dei tassi del mercato obbligazionario americano, e questo si farà sentire soprattutto sulle scadenze a breve e medio termine. Per quanto riguarda i bond europei e giapponesi, invece, questi sono sostenuti dal quantitative easing delle rispettive banche centrali anche se nel medio termine il fair value è stato già ampiamente superato e quindi non è rimasto molto valore.

Noi ci concentriamo di più su mercati un po’ più piccoli, che sono quello norvegese e australiano, dove le dinamiche sono un po’ diverse: la tendenza è di avere una politica monetaria espansiva e quindi probabilmente taglieranno i tassi. Abbiamo anche una visione più positiva sui mercati emergenti, però selettiva, bisogna trovare quelli giusti al momento giusto.

Baselli: Un esempio?

Orsi: Noi consideriamo interessante tutta la parte asiatica legata all’ambito cinese.

Baselli: Ecco, un’altra delle previsioni che avete azzeccato nel secondo semestre del 2014 era sull’equity giapponese. Qual è la vostra visione del mercato nipponico attualmente? Ritenete che le misure della banca centrale giapponese siano efficaci?

Orsi: Noi consideriamo il mercato giapponese come un bull market, quindi crediamo ci sia ancora spazio per guadagnare, sotto diversi punti di vista. Un aspetto fondamentale, economico, riguarda una generazione di profitti molto positiva, a differenza di altre economie, c’è una crescita a doppia cifra. Un aumento di fatturato molto interessante e un miglior livello di return on equity. In più, c’è un’atmosfera migliore per gli azionisti, perché le società nipponiche stanno effettuando delle operazioni di buy back, che sostengono i corsi azionari, e in più stanno aumentando la distribuzione di dividendi.

Baselli: Per chiudere, quali sono le vostre più forti convinzioni per il 2015?

Orsi: Secondo noi la crescita globale sorprenderà in positivo, grazie al prezzo basso del petrolio e alle banche centrali che in molti casi sono in una fase di stampa di moneta. Le economie esportatrici vengono aiutate dalle valute basse. In particolare ribadiamo la nostra forte convinzione sul mercato azionario giapponese. Tutto ciò aiuterà i cosiddetti attivi di crescita, quindi gli azionari rispetto alle altre asset class.

Baselli: Perfetto, grazie ancora a Marco Orsi.

Orsi: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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