Etf a caccia di dividendi

Su Borsa Italiana sono quotati 19 replicanti high dividend. Ma attenzione, sono molto diversi fra loro. Focus sui cinque coperti dalla ricerca Morningstar.

Valerio Baselli 20/03/2015 | 09:42
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Con i tassi d’interesse ai minimi storici e un’economia ancora stagnante, trovare valore oggi diventa davvero complicato. Perciò gli investitori sono sempre più attratti da quelle società che puntano, oltre che alla rivalutazione del capitale nel lungo periodo, a uno stacco di dividendi periodici.

Un modo semplice ed efficace per investire su un insieme di aziende che offrono buoni dividendi è attraverso gli Exchange traded fund. Gli Etf high dividend fanno parte della famiglia degli “smart beta”, strumenti che replicano indici che non selezionano le società in base alla loro capitalizzazione di mercato ma con altri criteri; in questo caso, appunto, lo stacco di dividendi.

Per gli investitori nostrani, su Borsa Italiana sono quotati 19 replicanti che utilizzano la strategia ad alto dividendo (clicca qui per vedere la tabella). Ma occorre fare attenzione, in quanto si tratta di un gruppo molto eterogeneo in termini geografici e di metodologia di scelta delle varie aziende. Ne risultano, quindi, diversi profili di rischio.

La ricerca di Morningstar copre al momento cinque dei 19 replicanti disponibili in Italia. Ecco quali sono.

db x-trackers Stoxx Global Select Dividend 100 UCITS ETF
Il fondo usa la replica sintetica (swap con Deutsche Bank) per tracciare l’andamento dell’indice STOXX Global Select Dividend 100, il quale include le 100 società che offrono il più alto dividendo in America, Europa e Asia-Pacifico. Le azioni vengono selezionate in base al dividendo per azione storico. Il rapporto dividendo/utili dev’essere inferiore al 60% o all’80% a seconda della regione. Le singole azioni possono pesare al massimo per il 10% del portafoglio. A livello geografico, l’area più presente è quella Usa, seguita da Regno Unito, Hong Kong e Australia. L’Etf è “sovracollateralizzato” (il paniere sostitutivo vale il 103,5% del Nav). Le commissioni totali sono pari allo 0,50%, sopra la media di categoria.

iShares Asia Pacific Dividend UCITS ETF
Il fondo usa la replica fisica per offrire la performance dell’indice DJ Asia Pacific Select Dividend 30, che contiene le prime 30 società per “dividend yield” (rapporto tra l’ultimo dividendo per azione pagato agli azionisti e il prezzo di chiusura corrispondente di un’azione ordinaria) in Australia, Hong Kong, Nuova Zelanda e Singapore. Per essere inclusa nel benchmark, ogni società deve aver pagato dividendi negli ultimi tre anni e quello dell’ultimo anno deve essere maggiore della media dei dividendi pagati nel triennio. Non ci possono essere più di 15 società dello stesso paese. Il settore più rappresentato è quello finanziario (27%), seguito dalle telecomunicazioni (22%) e dai titoli industriali (16%). Tra novembre 2013 e novembre 2014, iShares ha prestato in media il 20,08% dei propri titoli, il che ha aggiunto 0,10% di rendimento netto. BlackRock trattiene il 62,5% dei redditi derivanti dal prestito titoli. L’indice Ter dell’Etf è pari a 0,59%.

iShares EURO Dividend UCITS ETF
L’Euro Stoxx Select Dividend 30 Index offre esposizione alle 30 società con maggior “dividend yield” dell’Eurozona. Il fondo usa la replica fisica per tracciarlo. Per essere incluse nell’indice, le società devono far già parte del benchmark Euro Stoxx e devono avere un crescita positiva del dividendo per azione negli ultimi cinque anni. Geograficamente, il paese più pesante è la Francia, seguita da Germania e Italia. Tra giugno 2013 e giugno 2014, il fondo ha prestato in media il 15,4% del proprio portafoglio, aumentando il rendimento netto dello 0,12%. Le commissioni totali, espresse dall’indice Ter, sono pari allo 0,40%, sopra la media di categoria.

SPDR S&P US Dividend Aristocrats UCITS ETF 
Lo S&P High Yield Dividend Aristocrats Index include le 95 azioni dello S&P 1500 con il maggiore dividend yield. Il peso massimo per azione è il 4% e il benchmark viene rivisto trimestralmente. Per poter essere prese in considerazione, le aziende devono aver aumentato i loro dividendi per almeno 20 anni consecutivi. Il settore più importante è oggi quello finanziario, seguito dai beni e servizi di consumo e dai titoli industriali. L’Etf usa la replica fisica. Tra marzo 2013 e marzo 2014 il fondo non ha effettuato operazioni di prestito titoli. Il Ter è pari allo 0,30%, in linea con la media di categoria.

iShares UK Dividend UCITS ETF
Il fondo replica fisicamente l’indice FTSE UK Dividend, composto dalle 50 società del Regno Unito con maggior dividend yield. Le aziende vengono selezionate tra i componenti dell’indice FTSE 350, secondo le previsioni del dividendo a un anno. Il benchmark viene rivisto semestralmente, con un massimo di cinque cambi per volta. Attualmente, i titoli finanziari sono i più presenti, seguiti dalle utility e dai beni e servizi di consumo. Le prime dieci azioni pesano per il 25% del portafoglio. La liquidità derivante dai dividendi delle azioni sottostanti viene trattenuta nel fondo fino al momento della distribuzione, che avviene su base trimestrale. Questa pratica può potenzialmente creare una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista, visto che i dividendi non vengono reinvestiti nel fondo. Vale però anche il contrario. Il Ter è pari allo 0,40%.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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