La crescita del Giappone e gli umori della BoJ

L'economia e la Borsa del Sol levante continuano a migliorare nonostante alcune fasi di rallentamento. La Banca centrale, intanto, si divide sulla strategia da seguire. 

Marco Caprotti 11/03/2015 | 14:45
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Nonostante gli alti e bassi dello yen e le opinioni contrastanti che si registrano all’interno della Bank of Japan, la Borsa di Tokyo sta trovando un suo passo. L’indice Msci del Sol levante nell’ultimo mese (fino al 6 marzo e calcolato in euro) è salito dell’11,7%. Calcolato in valuta locale, il progresso è stato dell’8,9%.

Alle performance di Borsa sembra corrispondere anche una situazione macro in fase di risveglio. Gli ultimi dati dicono che l’economia giapponese è tornata a crescere nel quarto trimestre. Il Pil ha registrato un incremento su base trimestrale dello 0,4%. Il dato (annunciato dal governo nipponico) è tuttavia più basso della stima preliminare indicata a metà febbraio (+0,6%). Il bilancio del 2014 per l’economia del paese è di un tasso di crescita zero causato da due trimestri di blocco a causa del forte aumento dell'Iva dallo scorso primo aprile.

Nel secondo trimestre il Pil giapponese era sceso dell'1,6% e nel terzo aveva registrato una contrazione dello 0,6%. Nel 2013 il Giappone aveva registrato un’espansione economica dell’1,6% e nel 2012 dell’1,8% recuperando dall’annus horribilis 2011, quello dello Tsunami e dell'incidente alla centrale nucleare di Fukushima.

Il paese, intanto, ha registrato a gennaio un surplus delle partite correnti di 61,4 miliardi. Si tratta del settimo surplus consecutivo avuto dal Sol levante che beneficia dell'afflusso di investimenti esteri favoriti dallo yen debole. Un surplus delle partite correnti a gennaio non si registrava dal 2011. Il dato è inferiore alle attese degli analisti.

I dubbi nella BoJ
Nel frattempo gli operatori fanno i conti con gli appunti (e gli umori) dell’ultima riunione della Bank of Japan. Nel meeting del Comitato di politica monetaria, che si è tenuto il 20 e 21 gennaio, in molti hanno espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere il target di un’inflazione al 2% da qui al 2016. La BoJ, infatti, ha tagliato la propria previsione d'inflazione all'1% contro l'1,7% precedente per il periodo aprile 2015-marzo 2016, mentre per 2016-2017 la stima è del 2,2%. Tre membri del comitato hanno contestato anche questi target alla luce dell'andamento dei prezzi del petrolio. La Banca centrale, nel frattempo, ha deciso di non toccare i tassi, considerando che i tempi non sono ancora maturi per un ulteriore allentamento, malgrado le difficoltà dell'economia.  Anche questa scelta, leggendo i resoconti delle riunioni, non trova tutti d’accordo.

Ma è tutta la politica monetaria che a qualcuno non piace. Secondo Yoshihisa Morimoto, membro del board della BoJ, in Giappone gli effetti collaterali della politica di allentamento monetario, varata dalla Banca centrale lo scorso ottobre, potrebbero essere superiori ai benefici. Per Morimoto, liquidità e incertezza nel mercato dei titoli di Stato possono destabilizzare il sistema finanziario e danneggiare l'economia, anche se il pericolo non è imminente. “La BoJ dovrebbe impegnarsi al massimo per minimizzare i rischi connessi alle scelte di politica monetaria”, ha detto in più di un’occasione. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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