VIDEO: L’Europa ha il vento in poppa

Per Antoine Badel (Alkem AM) il Vecchio continente potrebbe crescere quest’anno del 2%. L’impatto del Qe sarà limitato e il prezzo del greggio resterà contenuto.

Valerio Baselli 11/03/2015 | 10:48
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti alla nostra serie “l’opinione dello specialista”. Oggi ho il piacere di trovarmi con Antoine Badel, partner e analista finanziario di Alken Asset Management.

Buongiorno Antoine e grazie di essere qui.

Antoine Badel: Buongiorno.

Baselli: I mercati azionari europei stanno vivendo un periodo di forte crescita. L’indice Msci Europe ha guadagnato il 14% dall’inizio dell’anno, il CAC 40 ancora di più, quasi il 16%. Quali sono le vostre prospettive sull’Europa ad oggi? Credete che questa trend continuerà?

Baden: Sì, noi restiamo ottimisti per quanto riguarda quest’anno. Ci sono tre fattori soprattutto su cui ci basiamo: i tassi ancora molto bassi, ormai da due anni, quindi un costo del capitale in discesa per l’economie europee; la discesa del prezzo del petrolio, che secondo noi è un fattore che durerà, e poi l’euro debole che favorisce gli esportatori. Questi tre fattori assieme danno vigore alla ripresa economica in Europa. Le previsioni che si fanno ci sembrano molto prudenti, crediamo che il Vecchio continente possa raggiungere il 2% di crescita quest’anno, il che è largamente al di sopra del consensus. Siamo convinti che questo trend positivo continuerà.

Baselli: Ecco, lei ha già parlato del petrolio. In questi ultimi mesi abbiamo visto da un lato il crollo dei prezzi delle materie prime, in primis del greggio, e dell’altro la decisione storica della Bce di intervenire con il Qe. Quali saranno secondo voi gli effetti di questi due fattori sui risultati delle aziende europee?

Baden: Credo che il petrolio sarà il fattore con il maggiore impatto tra i due. Crediamo che il prezzo del greggio resterà basso stabilmente, e questo implica un taglio dei costi energetici per l’economia nel suo complesso e l’Europa è importatrice di energia, quindi è molto positivo. Questo avrà degli effetti progressivi sui beni di consumo, anche se ci vorrà forse un po’ di tempo.

Per quanto riguarda la Bce, il quantitative easing era atteso, è importante che finalmente arrivi, dà della fiducia, però non è sufficiente da solo a sbloccare il credito in Europa. Crediamo che si debba fare uno sforzo sul lato della regolamentazione. Non diciamo ovviamente che il Qe sia negativo, ma crediamo che avrà un impatto relativamente limitato. Serve di più un lavoro sulla regolamentazione bancaria.

Baselli: Per chiudere, una domanda sull’attualità. La Grecia ha alla fine raggiunto un accordo con l’Ue, anche se resta temporaneo. In Spagna il partito “Podemos” non smette di crescere. Il rischio politico è un fattore che prendete in considerazione nelle scelte di portafoglio?

Baden: Sì, assolutamente. Resta un fattore importante, basta guardare l’evoluzione dei tassi sovrani in Europa che sono diminuiti molto, ma se guardiamo la Grecia siamo intorno al 9,5% su dieci anni. Questo riflette il rischio politico. Non siamo preoccupatissimi sulla Grecia, la situazione sembra in miglioramento, ma restiamo vigili, anche su altri paesi. Lei ha ragione, il movimento Podemos pone dei quesiti importanti sul futuro politico spagnolo. Il consensus oggi è che il rischio politico resta comunque moderato in Spagna, ma bisogna comunque sorvegliare la situazione da vicino in modo da essere pronti a riaggiustare, se ce ne fosse bisogno, le nostre posizioni di portafoglio. Per il momento restiamo comunque fiduciosi.

Baselli: Perfetto, grazie mille Antoine.

Baden: Grazie.

Baselli: Per Mornigstar, Valerio Baselli, grazie.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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