In Borsa si torna a parlare di Atene

Europa negativa. Pesano le tensioni sul debito greco e le preoccupazioni per la Cina. I dati macro non convincono. Milano segna -0,18%. Deboli le banche. Corre Wdf. New York sale grazie ai tecnologici. 

Marco Caprotti 02/03/2015 | 17:42
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Seduta negativa per le Borse europee. A tenere a freno ggli investitori sono state le rinnovate preoccupazioni per lo stato di salute della Cina, dove la Banca centrale ha tagliato a sorpresa i tassi di interesse. Si sono riaccese, poi, le tensioni sul fronte greco: da un lato l’Eurogruppo, per bocca del suo presidente, Jeroen Dijsselbloem, ha fatto capire ad Atene che non ci sarà l'esborso di una prima tranche di denaro senza le riforme concordate; da un altro, la Commissione Ue ha ricevuto lamentele da Portogallo e Spagna per i commenti contro di loro fatti nel fine settimana dal primo ministro greco, Alexis Tsipras.

La lettura stabile di febbraio degli indicatori sull'attività manifatturiera dell'area euro e il calo dei prezzi al consumo (sempre nella zona della moneta unica) hanno convinto gli operatori a far prevalere le prese di beneficio. I dati, comunque, erano nelle attese degli operatori.  

Milano, dove l’indice FtseMib ha segnato -0,18%, è stata penalizzata soprattutto dai realizzi sul settore bancario. Ha fatto eccezione Carige grazie all’ingresso della famiglia Malacalza quale primo azionista. Sul Ftse Mib è tornata a correre Wdf con il mercato che scommette sull’integrazione con un altro gruppo internazionale del retail aeroportuale.

New York positiva
Wall Street sta viaggiando in rialzo dopo un febbraio in rally. A trainare i listini sono soprattutto i tecnologici. L’indice Nasdaq ha superato quota 5mila punti per la prima volta negli ultimi 15 anni. Gli investitori, intanto, studiano gli ultimi dati macro che continuano a mostrare un quadro complesso. L'indice Pmi manifatturiero degli Stati Uniti calcolato da Markit è salito a febbraio a 55,1 punti da 53,9 del mese precedente. Il dato è migliore delle attese degli analisti che si aspettavano un rialzo a 54,3 punti. Si tratta della più alta performance dallo scorso ottobre. L’Ism manifatturiero è sceso in febbraio a 52,9 punti da 53,5 in gennaio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un dato a quota 53,1 punti. Le spese per costruzioni, a gennaio, sono calate oltre le stime. Il dato ha fatto segnare -1,1%, a fronte di previsioni pari a +0,1%.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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