Borse sintonizzate su Bruxelles

I listini di Eurolandia chiudono contrastati una seduta monopolizzata dall’assemblea dell’Eurogruppo. Milano segna +0,24% grazie al buon andamento dei bancari. Male Parigi e Madrid. Wall Street viaggia sopra la parità. 

Francesco Lavecchia 20/02/2015 | 17:50
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Avvio incerto per i listini di Wall Street nonostante i dati macro di giornata. Nel mese di febbraio, l’indice Pmi manifatturiero ha segnato quota 54,3, in progresso rispetto al 53,9 registrato il mese scorso. Il risultato è superiore alle attese degli analisti, ma non sembra essere sufficiente a spingere la fiducia degli operatori che invece restano concentrati sull’esito dell’Eurogruppo di oggi, dal quale dipendono le sorti della Grecia nell’area euro.  Il calo del petrolio, sceso sotto quota 51 dollari al barile, spinge al ribasso i titoli del comparto energetico, mentre il titolo Apple (+0,15%) non è scosso dalla notizia del gruppo di lavorare allo sviluppo di un auto elettrica che dovrebbe debuttare sul mercato nel 2020.

Segnali positivi dall'indice Pmi 
Le Borse del Vecchio continente hanno chiuso in ribasso. Nonostante i segnali di miglioramento dell’economia dell’Eurozona, testimoniati dai risultati degli indici Pmi del settore manifatturiero (da 51 a 51,1) e di quello dei servizi (da 52,7 a 53,9), l’attenzione degli operatori è stata catalizzata dalla riunione dei ministri finanziari della regione.  Atene chiede un’estensione di sei mesi degli aiuti finanziari a suo favore e dichiara di non essere disposta a proseguire sulla strada dell’austerità. Berlino, invece, sembra essere, tra i creditori, quello meno disposto a dare ulteriori proroghe. “Si stanno portando avanti negoziati costruttivi e sono stati compiuti progressi", ha spiegato il portavoce della Commissione Europea, Margaritis Schinas, in conferenza stampa a Bruxelles. "Un accordo è possibile nel prossimo futuro, ma non ci siamo ancora. Ci aspettiamo che serva ulteriore lavoro".

Balzo di Mps
Piazza Affari ha chiuso a +0,24%. Bene il comparto bancario, capeggiato da Mps, salita del 6%. Le ipotesi di correzione del testo di riforma delle banche popolari non hanno fatto calare l'appeal sui titoli del settore. In rialzo anche Buzzi, Unicem e Snam. Forti vendite, invece, su Tenaris. Buona parte degli analisti, nei report odierni, sottolinea la bassa visibilità sull'andamento 2015, l'outlook molto debole del mercato (-30% consumi di tubi Octg anche se Tenaris dovrebbe fare meglio grazie ai contratti in Arabia Saudita) e la mancanza di indicazioni sull'ebitda dell'anno in corso. Debole anche Telecom, sulla quale pesano i negativi risultati del 2014 e la decisione della società di pagare il dividendo solo per le azioni di risparmio.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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