Nestlé costa cara

I risultati di fine esercizio non sembrano aver fatto cambiare idea agli operatori. Le vendite calano rispetto al 2013, ma l’azione continua a essere scambiata a premio rispetto al nostro fair value. 

Francesco Lavecchia 19/02/2015 | 16:57
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Il mercato non guarda i conti e conferma la fiducia in Nestlé. Nell’esercizio 2014 le vendite sono rimaste praticamente invariate, ma negli ultimi 12 mesi il titolo ha registrato un rally che gli ha permesso di guadagnare il 27% e di portarsi su valori superiori al nostro fair value (pari a 68 franchi svizzeri).

I dati del 2014
A fronte di una crescita organica (a cambi costanti) del 4,5%, lo sfavorevole andamento delle valute ha fallo calare i ricavi dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante questo il margine operativo ha comunque registrato un miglioramento di 10 punti base che gli ha permesso di salire al 15%  sul fatturato complessivo. L’utile netto, invece, si è portato a quota 14,5 miliardi di franchi svizzeri grazie al reddito prodotto dalla dismissione e dalla rivalutazione di alcune sue partecipazioni.

A trainare le vendite sono stati ancora una volta i mercati emergenti (che rappresentano il 40% del giro d’affari complessivo). Qui i ricavi sono cresciuti dell’8,9% rispetto al 2013, un risultato enorme rispetto al +0,5% fatto registrare da quelli sviluppati, ma in rallentamento rispetto al +9,5% fatto segnare lo scorso anno. Il gruppo svizzero continua a soffrire per la debole ripresa economica nel Vecchio continente: Grecia e Russia restano i mercati in maggiore difficoltà, ma anche in Germania e nel Regno Unito, dove la congiuntura è sicuramente più favorevole rispetto al resto della regione, le vendite non sono tornate alla normalità.

Le previsioni degli analisti
Nestlé è uno dei principali players all’interno del settore food & beverage. Ha un portafoglio di marchi molto conosciuti (ad esempio Nespresso, San Pellegrino, Buitoni, Nesquik), per i quali i consumatori sono disposti a pagare prezzi più alti e ha, inoltre, una estesa rete di distribuzione e una scala di produzione che gli garantiscono un vantaggio di costo rispetto ai suoi competitor e di conseguenza margini di profitto più alti della media.

Dopo il calo del 9% previsto per quest’anno, i nostri analisti ipotizzano che i ricavi possano risalire a un ritmo medio del 5% per i successivi quattro anni. Relativamente ai margini di profitto, invece, il forte investimento sul portafoglio prodotti compenserà parzialmente l’effetto positivo prodotto dal razionamento dei costi di operativi e il margine Ebitda è visto in miglioramento di soli 30 punti base rispetto all’attuale 18,8%.

 

Per leggere l'analisi completa su Nestlé clicca qui. 

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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