Perché bisogna saper navigare nei pericoli

Il rischio non si può evitare, ma controllare e gestire. Basta non perdere di vista gli obiettivi finanziari.

Jason Stipp 17/02/2015 | 09:24
Facebook Twitter LinkedIn

Rischio è una parola di sette lettere. In senso letterale è vero, così come non c’è dubbio sul fatto che gli investitori gli attribuiscano un’accezione negativa. I mercati Toro fanno dimenticare il “pericolo”, ma le correzioni prontamente riportano alla ribalta quanto essi siano volatili, quando il sentiment cambia e le valutazioni sono elevate.

Il rischio è intrinseco ai mercati finanziari e provare a evitarlo è come tentare di togliere l’ossigeno in una stanza. Il rischio è vitale. E’ vero che si può pagare a caro prezzo, ma può anche ripagare se controllato e maneggiato con cura e pazienza.

Il rischio non si può evitare, ma non bisogna neanche soccombere a esso. E’ necessario assumerlo attivamente, nella giusta misura e in ragione degli obiettivi che si intendono raggiungere.

Il rischio è sempre presente. Si può pensare di evitarlo con asset class più difensive, come le obbligazioni, ma in realtà si passa da un tipo all’altro. In questi casi, spesso si riduce la volatilità di breve, ma ci si fa carico di una maggiore di lungo periodo. Mettendo enfasi su strumenti a basso rendimento si corre il pericolo di non avere un patrimonio sufficiente quando si andrà in pensione o di non salvaguardare i risparmi dall’inflazione.

Sul fronte opposto, non bisogna farsi ingannare dalle fasi Toro dei mercati. Performance elevate non significano mancanza di rischio, ma semplicemente che questo non “morde” molto. Non va confusa la fortuna con l’essere al sicuro.

Dunque, la via da percorrere è quella di comprendere il pericolo e ricordare che il suo compagno di viaggio è il rendimento. Il rischio non è di per sé un male, perché può portare a potenziali maggiori ricavi. E’ importante valutare il rapporto tra le due componenti.

La domanda da porsi è: quali e quanti rischi si è disposti a prendere?

I molti volti del rischio
Esistono differenti tipi di rischio e la volatilità dei mercati rappresenta solo uno di questi. E’ necessario, ad esempio, considerare i fondamentali di un’azienda (cosa ne determina il successo o il fallimento), perché influiscono sui corsi di Borsa. Vi è poi la possibilità di pagare eccessivamente per una determinata azione e di conseguenza di perdere se il prezzo torna ad allinearsi con il fair value. C’è poi il cosiddetto shortfall risk, che si verifica quando con i propri investimenti non si riesce a finanziare gli obiettivi che ci si è posti (ad esempio, avere una pensione integrativa).

Tuttavia, invece di considerare questi fattori, gli investitori tendono a focalizzarsi sulla volatilità di breve termine, perché è quella che percepiscono ogni giorno. E’ la più visibile e apparentemente incontrollabile, ma non bisogna commettere errori. Essa può riflettere un cambiamento nei fondamentali, che può portare a perdite, oppure può essere un “rumore “ passeggero con scarsa influenza sui rendimenti di lungo periodo. In questo caso, non dobbiamo permettere che abbia la meglio sulle performance.

E’ più facile da dire che da fare, ma può venire incontro un altro concetto, quello del rischio-liquidità, che consiste nell’impossibilità a vendere un titolo quando si vuole o al prezzo desiderato. Se si ha bisogno di cash, è bene tenere soldi liquidi, in modo da non intaccare il portafoglio di lungo termine, trovando il giusto equilibrio tra le diverse variabili.

Tolleranza vs propensione al rischio
Nella pianificazione finanziaria è importante concentrarsi sul reale rischio di lungo termine e su quello di breve che si è disposti a sostenere (in termini tecnici si parla di propensione al rischio e dipende dall’orizzonte temporale). Tale concetto va distinto dalla tolleranza al rischio.

Se non necessito di denaro per i prossimi venti anni, sono disposto ad accettare più volatilità nel breve (in cambio di un potenziale maggiore ritorno), rispetto al caso in cui debba pagare la bolletta la settimana dopo. Tuttavia, avere un orizzonte di lungo termine non significa che bisogna prendere del rischio in eccesso rispetto a quello necessario per raggiungere i propri obiettivi. Purtroppo, però, accade spesso che gli investitori assumono più pericoli di quelli che possono sopportare.

Il miglior antidoto è di avere bene in testa gli obiettivi, più che farsi guidare dagli alti e bassi del mercato.

I rischi si possono gestire
Esistono diversi strumenti per coprirsi dai rischi. Siete preoccupati di un’altra crisi dei mercati? Un antidoto è la diversificazione tra diverse classi di investimento che riduce il cosiddetto rischio sistemico.  Nel 2008, il reddito fisso ha reso piuttosto bene (l’indice US Aggregate bond ha guadagnato oltre il 5%), mentre le Borse sono scese. Avere asset che si muovono in diverse direzioni attenua i pericoli e dà la possibilità di uscire senza grosse perdite in caso di improvvise necessità.

Temete il fallimento di un’azienda? Non comprate un singolo titolo, ma una pluralità anche di differenti settori, così da ridurre il rischio specifico. Un altro modo è quello di acquistare azioni con ampio Economic moat (vantaggio competitivo), che sono più forti grazie a caratteristiche distintive in grado di garantire ritorni sostenibili nel tempo.

Avete paura di sbagliare il momento di ingresso in un fondo/titolo? Una possibilità sono i piani di accumulo (Pac) con piccoli investimenti in diversi periodi di tempo. Un’altra via consiste nel farsi un margine di sicurezza: ad esempio, se si è disponibili ad acquistare un titolo a 50 euro, potrebbe essere ancora più remunerativo farlo a 30, ossia a sconto.

Non fatevi sopraffare dai rischi
I rendimenti sono generalmente posticipati, mentre i rischi sono immediati. La percezione di pericolo è spesso ancora più forte che la realtà. Ma è sempre bene tenere a mente i costi di lasciare i soldi sul conto corrente, in termine di perdita di opportunità di investimento. Considerando il quadro nella sua interezza, appare chiaro che il rischio non si può evitare, ma è possibile impedire che prenda il sopravvento. Ossia si può controllare, decidendo in prima persona quanto assumerne e come gestirlo per raggiungere i propri obiettivi finanziari.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Jason Stipp  Jason Stipp is Site Editor for Morningstar.com

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures