BG sa difendersi dagli umori delle commodity

La compagnia britannica ha risentito del calo del greggio ma, grazie alla minor sensibilità alle quotazioni delle materie prime e alla crescita dei volumi di produzione, promette di tornare a crescere nei prossimi anni. Il titolo è scontato del 40% rispetto al nostro fair value.

Francesco Lavecchia 20/01/2015 | 11:52
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Il calo delle quotazioni del greggio, il mancato raggiungimento degli obiettivi durante il 2014 e fattori di instabilità politica in alcune delle aree di produzione sono costati al gruppo BG una perdita di circa il 30% del suo valore di Borsa, ma a nostro avviso il mercato sconto in maniera eccessiva il titolo della società energetica britannica.

I nostri analisti, che stimano il fair value del titolo pari a 14 sterline, ipotizzano per i prossimi cinque anni una crescita media del fatturato dell’8,7% e un progresso degli utili di circa il 20% grazie all’aumento dei volumi in Brasile e Australia e alla partenza del progetto QCLNG, il primo al mondo a ottenere gas liquefatto dal carbone. Questi investimenti, partiti nel 2010 grazie alla collaborazione con la controllata del gruppo QGC, permetteranno di convertire il gas prodotto nella regione australiana del Queensland in GNL (gas naturale liquefatto) pronto per essere esportato. 

Il vantaggio di BG
Diversamente da molte altre compagnie energetiche, BG è meno esposta alle fluttuazioni del prezzo delle materie prime. Gran parte della sua produzione di petrolio, infatti, è legata ai movimenti delle quotazioni internazionali del greggio, quindi più stabili, e larga parte del gas naturale prodotto è poi venduta  sotto forma di GNL, che è in genere indicizzato ai prezzi del petrolio più elevati. La capacità di produrre gas naturale a basso costo e di rivenderlo su mercati a elevato valore aggiunto attraverso il GNL garantisce a BG elevati rendimenti del capitale ed evidenzia, secondo noi, una posizione di vantaggio competitivo (Economic Moat) all’interno del settore energy.

Il management dell’azienda britannica sta cercando, inoltre, di contenere i costi di produzione. In questa direzione va il recente annuncio dell’accordo per la vendita del gasdotto in Australia. Il ricavato di questa dismissione andrà a rafforzare il bilancio del gruppo (gravato da un debito di circa 11 miliardi di dollari) e a finanziare i nuovi investimenti.

 

Per leggere l'analisi completa su BG Group clicca qui.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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