MIISI, i colpi di scena degli ultimi sei mesi

Le Borse europee, in particolare Piazza Affari, hanno disatteso le previsioni dei gestori. I titoli di stato hanno sorpreso in positivo.  

Sara Silano 20/01/2015 | 09:43
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Il secondo semestre del 2014 è stato più sfidante del primo per gli investitori. Lo prova il Quality test realizzato da Morningstar sull’indice MIISI (Morningstar Italy investment sentiment index), che viene calcolato ogni mese sulla base di un sondaggio tra i gestori e gli strategist che operano in Italia. Agli intervistati viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari (in crescita, stabile e in discesa). Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di stabilità.

Il test consiste nel confrontare le probabilità dei diversi scenari espresse dai money manager a luglio, sintetizzate nell’indice MIISI, con l’andamento dei mercati nei successivi sei mesi.

Mentre nel test di giugno, i manager erano stati promossi per le loro previsioni sulle principali Borse internazionali, i risultati della fine del 2014 sono misti. Nel dettaglio, le attese positive sulle piazze finanziarie dell’Eurozona, compresa l’Italia, sono state disattese, mentre si sono rivelate corrette le stime su Wall Street, il Giappone e i mercati emergenti.

Bocciati su Piazza Affari
E’ pesante il risultato dell’Italia. A luglio, l’indice MIISI era a 64,72 punti, saldamente in territorio positivo, mentre nei sei mesi l’indice Ftse Mib TR ha perso oltre il 10%. Il Belpaese non è riuscito a sollevarsi dalla crisi economica e il listino ha enfatizzato la volatilità che ha colpito il resto del continente, dove l’Eurostoxx 50 nello stesso periodo è sceso di quasi il 2%.

Dopo una prima parte dell’anno debole, si è riscattata la Borsa di Tokyo, che ha segnato un rialzo del 16% (indice Nikkei 225 in yen), grazie all’andamento della valuta favorevole agli esportatori e alla politica monetaria espansiva. Per quanto riguarda gli emergenti, invece, il trend positivo nasconde un anno difficile, caratterizzato dalle tensioni geopolitiche, dalle preoccupazioni congiunturali soprattutto per la situazione cinese e dal calo dei prezzi delle materie prime. I listini azionari, tuttavia, hanno beneficiato di flussi di liquidità grazie in particolare alle valutazioni a sconto e ai dati macro che hanno sorpreso in positivo.

Bund e Treasury con il segno più
I mercati obbligazionari si confermano i più difficili da interpretare per gli investitori. Come nel primo Quality test, anche a fine anno le previsioni pessimistiche sono state in larga parte disattese. A luglio, l’indice MIISI sui prezzi del Bund era a 39,72 punti, che indica un prevalere di scenario ribassista. In realtà, l’indice JPM German Constant Maturity 10 years ha reso il 7,63% nel secondo semestre. Analogamente, è stata positiva la performance del benchmark sui titoli di stato americani. Per quanto riguarda il BTp decennale italiano, i money manager avevano prefigurato uno scenario più vicino alla neutralità, ma l’indice ha superato queste stime, realizzando un guadagno del 10,2%. Infine le previsioni si sono rivelate corrette per il debito emergente.

L’imprevedibile mercato dei cambi si è in realtà rivelato pronosticabile da parte degli investitori professionali in merito al rapporto tra euro e dollaro. La divisa comunitaria, infatti, si è deprezzata dell’11,3% nel periodo, in linea con previsioni improntate al rafforzamento del biglietto verde.

 

 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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