VIDEO: Mercati alla prova-urne in Grecia, Spagna e UK

Atene è la piazza che preoccupa maggiormente per la tenuta del Vecchio continente. Secondo Jose Garcia Zarate di Morningstar, però, il vero pericolo potrebbe arrivare da Madrid.

Holly Cook 15/01/2015 | 13:31
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Holly Cook: Buongiorno e benvenuti. È tempo di parlare di Eurozona, anche perché gennaio si annuncia come un mese molto importante. Qui con me c’è Jose Garcia Zarate, economista di Morningstar. Ciao Jose.

Jose Garcia Zarate: Buongiorno.

Cook: Come ho detto gennaio di presenta come un mese fondamentale. Il 25 si terranno le elezioni in Grecia, mente qualche giorno prima ci sarà la riunione del Consiglio direttivo della Bce. Cosa bisogna aspettarsi?

Zarate: Penso che sia più o meno per scontato che la Bce annunci una sorta di Quantitative easing europeo. Quello che resta da capire è la portata di questo QE, l’ammontare della liquidità prevista.

Cook: Si è parlato di 500 miliardi di euro, addirittura di 1.000 miliardi. A prescindere dalla cifra, quale sarà l’impatto sui mercati azionari?

Zarate: Molto dipende se il mercato pensa che possa essere sufficiente. Voglio dire, l’obiettivo della Bce è quello di aumentare il bilancio di circa mille miliardi di euro. Quindi, se Francoforte annuncia un intervento per 500 miliardi, il mercato potrebbe ritenere che questo non sia sufficiente. Ma potrebbe anche essere una reazione istintiva. A volte, i mercati tendono a reagire negativamente all’inizio, per poi invece vedere il lato positivo delle cose. Fare previsioni è prematuro, ma almeno il lato positivo in tutta questa situazione è che Qe è in arrivo.

Cook: Pochi giorni dopo l’annuncio della Bce, ci sono le elezioni politiche greche e tutti ora si chiedono se ci possa essere un uscita della Grecia dall’euro. Cosa ti aspetti il 25 gennaio?

Zarate: Trovo la situazione molto interessante, perché non credo che i greci abbiano lo stesso tipo di forza contrattuale di due anni fa, in termini di negoziazione con i partner europei. La zona euro non sta benissimo, ma ci sono stati dei miglioramenti nella governance, in particolare sul versante della politica monetaria, e questo è molto importante.

Ora abbiamo una Banca centrale che è pienamente determinata a proteggere la moneta unica, e non era il caso di due o tre anni fa; perciò la situazione greca, all’epoca, è stata vista come un possibile rischio sistemico. Ora, la situazione greca rappresenta più che altro un rischio nazionale, perché, come ho detto, la Bce è in una posizione molto più potente. Quindi, dovremo aspettare e vedere, perché il governo greco - se, come tutti ormai danno per certo, il partito di sinistra vincerà le elezioni - non credo avrà abbastanza potere contrattuale questa volta.

Cook: Quindi, nonostante si abbia una sensazione di déjà vu leggendo i titoli dei giornali, la situazione è diversa questa volta.

Zarate: Penso che la situazione sia cambiata. Voglio dire, si tratta di sfumatura, ma di sfumature molto importanti e, alla fine, dipende se i greci ritengono davvero di avere il potere di far crollare l’intero progetto dell’Eurozona. Ma non credo che sia il caso questa volta; lo è stato due o tre anni fa, ma non ora.

Cook: Quindi ci sono alcune ragioni per essere ottimismi. Ma stiamo parlando di eventi a brevissimo termine, in arrivo in sole poche settimane. A più lungo termine, invece, quale altro tipo di focus ci sono per la zona euro?

Zarate: Beh, ovviamente, si dovrà capire se il Qe aiuterà a rinvigorire l’economia della zona euro, non necessariamente in termini di prezzi, perché sappiamo che il petrolio stac rollando e, ovviamente, questo è duro colpo in termini di dinamica inflazionistica al momento. Ma nel lungo termine avremo bisogno di vedere la ripresa dell’Eurozona diventare effettivamente una ripresa sostenibile e duratura. Questo è un aspetto.

E poi c'è un rischio politico molto più grande della Grecia, penso, nel lungo termine, che è in realtà la Spagna. La Spagna sosterrà le elezioni politiche alla fine dell’anno e, proprio come in Grecia, vi è una sorta di nuovo partito radicale di sinistra che sta facendo incontrando molti consensi e vedremo cosa succederà Comunque, l’esito della situazione greca nei prossimi mesi potrebbe determinare se la Spagna vada verso sinistra o decida di mantenere lo status quo.

Cook: Inoltre, anche se non fa parte dell’Eurozona, anche nel Regno Unito ci saranno le elezioni a maggio. Insomma, il fattore politico quest’anno sarà molto importante.

Zarate: Penso che le elezioni nel Regno Unito siano estremamente interessanti. Voglio dire, non credo ci sarà un governo di coalizione. Penso che sia praticamente certo che si tratterà di governo 100% conservatore o 100% laburista. La situazione scozzese è tremendamente complessa perché la SNP potrebbe in realtà divorare il partito laburista. Quindi, è tutto in aria; è eccitante in termini di scommesse, ma non credo che il grande pubblico nel Regno Unito sia molto interessato dai politici, molto francamente.

Cook: Naturalmente sappiamo che quello che i mercati odiano di più è l’incertezza. Si tratterà quindi di aspettare le varie tappe durante l’anno.

Zarate: Vorrei solo dire che dal mio punto di vista, come cittadino non britannico che vive in UK, probabilmente se si finisce con un governo conservatore, allora il rischio di vedere il Regno Unito lasciare l'Unione europea aumenta. Se si finisce con una coalizione laburista, forse il rischio diminuirebbe e questo è dal punto di vista di un investitore pragmatico quello su cui ci si potrebbe concentrare davvero.

Cook: Grazie Jose per il tuo intervento.

Zarate: Grazie.

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Holly Cook  is Manager, Morningstar EMEA Websites

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