Alle Borse piace l'altalena

L’Europa chiude con il segno più una giornata volatile. La seduta è stata condizionata dagli alti e bassi del petrolio. Milano guadagna lo 0,48%. Pesa, però, la frenata di Mps. New York viaggia in territorio positivo, ma gli investitori sono cauti. 

Marco Caprotti 22/12/2014 | 17:42
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Quella che sembrava una giornata di recuperi per le Borse europee si è trasformata in un’altra seduta volatile. Alla fine gli indici del Vecchio continente hanno comunque chiuso in territorio positivo. Il peggioramento del petrolio, con il Wti sceso anche sotto quota 56 dollari al barile, ha portato a nuove vendite nel settore energy e sui minerari. I movimenti hanno diminuito l’effetto positivo sui mercati del recupero del rublo e della Borsa di Mosca.

I radar restano puntati sulla Grecia dove domani il Parlamento sarà di nuovo chiamato a votare il Presidente della Repubblica. In caso di un nulla di fatto ci sarà una nuova chiamata il 29 dicembre. Se anche in quel caso non arriverà un risultato, allora il paese andrà alle elezioni, con tutte le incognite del caso.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato +0,48%, hanno comunque pesato il tonfo di Mps e l'andamento di alcune big del listino come Eni e Telecom. Sul titolo di Rocca Salimbeni aleggiano i timori per il futuro della banca, che sarà chiamata nella prima parte del 2015 a un rafforzamento sul capitale da 2,5 miliardi. Il titolo energy è stato condizionato dai movimenti del barile. Per quanto riguarda il gruppo tlc, gli investitori continuano a interrogarsi sulle mosse dell'azienda in Brasile. I rialzi sono stati guidati dagli acquisti sul settore bancario. Crollo per Seat Pagine Gialle che è arrivata a perdere l’82% nel giorno dell’assegnazione delle nuove azioni ai creditori.

New York nervosa
Wall Street viaggia in territorio positivo, ma sul floor il clima è di nervosismo. Da una parte ci sono investitori che continuano ad approfittare dell'effetto Fed (mercoledì la Banca centrale americana si era detta “paziente” nell'alzare i tassi di interesse). Dall’altra ci sono gli operatori che preferiscono essere cauti in vista di una settimana corta per via del Natale.

Dal fronte macro, intanto, è arrivata la notizia che negli Stati Uniti le vendite di case esistenti sono calate del 6,1% mensile in novembre al tasso annuo di 4,93 milioni di unità. Il dato, reso noto dall’Associazione nazionale degli agenti immobiliari, è peggiore delle attese degli analisti, che stimavano un tasso annuo di 5,2 milioni di unità. Su base annua, l’incremento è del 2,1%.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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