Venerdì nero per le Borse

Chiusura negativa per le piazze finanziarie del Vecchio continente. A pesare è l'andamento del prezzo dell’oro nero. Milano cede il 3,1%, affossata dagli energetici e dai bancari. Apertura contratta per Wall Street a cui non basta il dato sulla fiducia dei consumatori. 

Francesco Lavecchia 12/12/2014 | 17:50
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I listini di Eurolandia hanno chiuso in deciso ribasso. Il negativo andamento del greggio, le cui quotazioni sono scese sotto quota 60 dollari (Wti), continua a trainare al ribasso i titoli del comparto energetico, mentre il risultato sotto le attese della produzione industriale in Cina (+7,2% contro il +7,5% stimato) ha fatto scattare le vendite anche sul comparto minerario. Sullo sfondo, inoltre, permane la situazione di forte incertezza sul destino politico della Grecia. Il Dax di Francoforte ha registrato un -2,32% anche per effetto delle forti vendite sul titolo Commerzbank. La seconda banca tedesca ha accettato di pagare oltre un miliardo di dollari alle autorità americane per mettere fine a due inchieste relative alla violazione delle sanzioni imposte all’Iran dagli Stati Uniti.

Milano maglia nera
Piazza Affari ha chiuso in maglia nera a -3,1%. In grossa difficoltà Tenaris e Saipem che hanno accusato un passivo del 5%. Male anche Yoox e i bancari. Vendite su Mps e Carige, nonostante l’approvazione da parte dei supervisori della Bce dei piani di rafforzamento patrimoniale dei due istituti italiani che avevano fallito gli stress test. Conclude in ribasso Finmeccanica, alla quale non è bastata la notizia relativa all’aggiudicazione della commessa per la manutenzione degli F35.

Wall Street negativa
Avvio negativo per Wall Street. Il Dow Jones cede lo 0,87% in scia al nuovo ribasso delle quotazioni del petrolio. L’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) ha tagliato ancora le stime sulla domanda di petrolio e questo contribuisce a far scendere il prezzo dell’oro nero. A poco, almeno per ora, è servito il buon dato riportato dall’indice Michigan relativo alla fiducia dei consumatori. A novembre l’indicatore è salito a quota 93,8, superando le attese del mercato e attestandosi ai massimi dal 2007. Mentre ha deluso l’andamento dei prezzi alla produzione, in calo il mese scorso a causa della contrazione dei costi legati all’energia. 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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