VIDEO: Un Nobel alla MIC

Michael Spence (Nobel per l’economia nel 2001): l’Italia ha bisogno di riformare il mercato del lavoro e il sistema fiscale. L’high frequency trading dovrebbe essere vietato.

Valerio Baselli 13/11/2014 | 14:46
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti alla Morningstar Investment Conference. Sono molto felice di essere qui con uno dei nostri relatori principali, il professore Michael Spence, premio Nobel per l’economia nel 2001.

Buongiorno professore e grazie di essere qui.

Michael Spence: E’ un piacere.

Baselli: Dunque, attualmente lei vive a Milano, insegnerà all’Università Bocconi a partire dalla prossima primavera. Qual è la sua opinione sulla situazione italiana? Sentiamo sempre politici ed economisti parlare del bisogno di “riforme strutturali”, queste sono le nuove parole magiche. Quali sono secondo lei le cose più importanti da fare?

Spence: Credo che ci siano due aspetti principali in agenda in questo momento: uno è la riforma del mercato del lavoro, in modo da renderlo più flessibile. So che è molto difficile da fare, ma è importante quando l’economia ha bisogno di cambiare strutturalmente, non solo di crescere, e questo è uno di quei momenti, e non solo in Italia. Questo credo sia una priorità. Per fare un esempio credo che la riforma del mercato del lavoro in Spagna sia stata molto significativa e sembra avere effetti positivi; una riforma che permette di assumere giovani più facilmente, a un costo più basso, e questo sta spingendo l’occupazione. In ogni caso, sono riforme che necessitano tempo.

L’altro aspetto riguarda la situazione fiscale. Anche qui è molto difficile intervenire, perché troppa capacità fiscale va verso quello che gli americani chiamano “titlements”, cose come le pensioni o l’assistenza sanitaria. Ora, i modi per poter abbattere il debito sono due: l’inflazione, cosa che non credo avremo nel breve-medio periodo. Anche la crescita economica aiuta, ma anche qui, difficilmente arriverà. L’altra via è tagliare la spesa, ma questo chiaramente toglie servizi ai cittadini e questo lo rende difficile.

Baselli: Parliamo di mercati emergenti. La banca centrale cinese sta per iniettare circa 33 miliardi di dollari nel sistema bancario per spingere l’economia. La ritiene una mossa utile? Più in generale, qual è il suo outlook per la Cina?

Spence: Credo che la Cina si trovi nel mezzo di una transizione di successo. Sta vivendo riforme che stanno cambiando il modo di crescere e di produrre. La maggior parte dei paesi hanno avuto difficoltà nell’affrontare questi cambiamenti. La Cina è cresciuta a doppia cifra per anni e questo non poteva essere sostenibile nel lungo periodo. Credo che attualmente ci siano ottime possibilità di mantenere la crescita sopra il 6-7%.

Stanno facendo sul serio con le riforme, come la campagna anti-corruzione, che riguarda un cambiamento nella gestione delle imprese pubbliche. La classe media, il consumatore cinese, sta emergendo e questo aiuta a stabilizzare la crescita. Anche a livello politico credo si siano rafforzati, hanno un leader potente, e questo è molto importante per implementare le riforme.

Credo che la Cina continuerà a fare bene, certo ci sono dei rischi nelle strategie di crescita, come l’eccedere negli investimenti pubblici. In un modello del genere, se si spingono troppo gli investimenti, paradossalmente i risultati saranno peggiori. La buona notizia è che, comunque, lo sanno e questo rende meno probabile un errore del genere.

Baselli: Ultima domanda: so che lei pensa che l’high frequency trading dovrebbe essere vietato. Non regolato o frenato, ma proprio bandito. Perché?

Spence: Innanzitutto, non possiamo sapere quali siano i suoi effetti. Non mi preoccupa tanto il trading algoritmico, ma è la velocità che non mi piace. Un mercato azionario ordinario, così come avrebbe dovuto funzionare ai tempi di Graham e Dodd (Benjamin Graham e David Dodd, padri del value investing, Ndr), è quello dove un investitore decide se vendere o comprare in base al valore del titolo. Certo loro non avrebbero mai immaginato che oggi il 70% del trading azionario viene effettuato da computers.

Proviamo a chiederci cosa succederà ora. Credo che la risposta dipenda dall’evoluzione di questi algoritmi. Se il beneficio maggiore è quello di poter effettuare trading in automatico velocissimamente, allora divento ancora più scettico, perché questo credo generi instabilità nel mercato ed è come imporre una piccola tassa. E il motivo per cui finora è andata bene è perché questi sistemi sono efficienti e gli investitori ordinari, privati o istituzionali, credono che per il momento stiano funzionando. Tuttavia, non credo che questo crei valore, anzi porta instabilità.

Forse se capissimo davvero le dinamiche che ci sono sotto avremmo un’opinione diversa, almeno io, ma così mi sembra solo che siano scommesse, come il gioco d’azzardo.

Baselli: Molto chiaro. Grazie mille professore per aver condiviso con noi questi spunti.

Spence: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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