Banca Carige batte ancora cassa

La Bce e il mercato bocciano l’istituto di credito ligure che è costretto a un nuovo aumento di capitale. Il nostro fair value indica un potenziale apprezzamento del 12%.

Francesco Lavecchia 28/10/2014 | 09:32
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Banca Carige corre ai ripari dopo gli stress test, ma per Morningstar gli attuali prezzi di mercato restano convenienti: il fair value è di 0,09 euro. L’aumento di capitale di circa 800 milioni di euro sottoscritto nel luglio scorso non è bastato all’istituto di credito genovese per superare le verifiche della Bce sulla solidità del suo patrimonio. Il deficit potenziale, stando alle ipotesi più pessimistiche dei test (in caso di condizioni avverse) è di 1,83 miliardi di euro. Questo significa per Banca Carige l’esigenza di reperire sul mercato altri 814 milioni di euro.

L’istituto di credito, che ha già provveduto a siglare un accordo con Apollo Management Holdings per la cessione del ramo assicurativo per un prezzo complessivo di 310 milioni di euro, non potrà prescindere da un nuovo aumento di capitale per un importo superiore al mezzo miliardo di euro (che sarebbe guidato da Mediobanca nella veste di garante), oltre che dalla cessione di partecipazioni di minoranza e di altre attività marginali come le gestioni patrimoniali Cesare Ponti e quelli di credito al consumo Creditis.

Manca lo sprint dopo il piano industriale
Il management ha avviato un’attività di risanamento del gruppo. Tuttavia i dati dell’ultima semestrale non hanno mostrato segnali incoraggianti. Nei primi sei mesi dell’anno l’istituto di credito ligure ha finalizzato circa il 50% del taglio delle 38 filiali previsto per quest’anno, al quale dovrebbe aggiungersi anche una razionalizzazione del personale. Nonostante questo, però, gli oneri di gestione hanno registrato un aumento del 9,5% rispetto allo scorso anno, anche se hanno pesato in maniera importante le spese di carattere straordinario.

Sul fronte delle entrate, invece, il calo del margine di interesse (-12,3%) è da attribuire alla flessione dei volumi dei prestiti elargiti alla clientela e alla stabilità dello spread. Queste variabili spiegano perché il gruppo abbia concluso la prima parte dell’esercizio registrando un risultato negativo per oltre 40 milioni di euro, anche se in sensibile miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in cui, a causa di forti svalutazioni su attività in bilancio, il passivo era stato di circa 600 milioni. 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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