Fiat realizza il sogno americano

Il gruppo Fca sbarca a Wall Street ma il rischio per gli investitori è la volatilità del titolo nel breve periodo. Le preoccupazioni del mercato sembrano comunque eccessive mentre i prezzi restano convenienti. 

Francesco Lavecchia 14/10/2014 | 14:38
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Wall Street nasconde delle insidie per Fca. Ma gli azionisti di quella che è stata la Fiat e che ora si fa chiamare Fiat-Chrysler Automobiles possono contare sulle prospettive di crescita del titolo. I nostri analisti confermano il prezzo obiettivo della new company che ha appena debuttato sul listino newyorkese: 19 dollari (14 euro per le stock quotate sul Ftse Mib di Milano). Ma evidenziano la possibilità che l’arrivo sulla Borsa americana possa alimentare la volatilità del titolo nel breve periodo.

I fattori di incertezza
Una delle cause è legata all’incertezza sulla valutazione della nuova società. La conversione dei bilanci secondo i principi contabili americani (i cosiddetti GAAP, Generally accepted accounting principles) potrebbe condizionare le voci legate alla profittabilità e, quindi, creare confusione sul reale valore del titolo. La stessa cosa, sostengono i pessimisti, si è verificata in occasione della quotazione di CNH Industrial (CNHI, società nata dalla fusione di Case-New Holland and Fiat Industrial). E visto che la modalità seguita dal management del Lingotto è stata la stessa anche in questa occasione, aggiungono, il risultato non potrà che essere che ugualmente negativo (CNHI è infatti scesa dai 12,50 dollari agli attuali 7,5 dollari per azione). Va detto che, nel caso di CNH Industrial, il mercato ha scontato le negative prospettive per il mercato americano delle attrezzature per l’agricoltura. L’utilizzo dei principi contabili statunitensi per Fca non influenzerà in maniera significativa l’Ebitda e gli altri indicatori utilizzati per la valutazione della stock.

Un altro elemento di incertezza, di natura più tecnica, è legato allo scarso volume di titoli negoziati. Dopo l’esercizio dei diritti di recesso, il capitale sociale del gruppo automobilistico è detenuto per il 31% dalla Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli), per il 44% da investitori istituzionali, mentre per il 7% è rappresentato da treasury stocks (azioni frutto di operazioni di buy back che fanno parte del patrimonio netto della società). Resterebbe quindi solo il 18% a disposizione degli investitori retail, per un ammontare di circa 225 milioni di azioni.

Va considerata poi la decisione di debuttare a New York senza un preventivo road show di presentazione agli investitori. Questo potrebbe generare confusione, rischiando di impedire al mercato di valutare adeguatamente le azioni del gruppo italo-americano. I giornali hanno comunque riportato le dichiarazioni del management, secondo cui sarebbe possibile una seconda emissione di azioni (relativamente al 7% di treasury stocks) a inizio novembre, questa volta anticipata da una presentazione agli investitori. 

Le ragioni per essere ottimisti su Fca
Ad ogni modo FCA resta una delle migliori idee di investimento di Morningstar nel comparto auto, a patto che si sia disposti ad accettare i rischi di puntare su una società altamente indebitata, che opera in un settore esposto al ciclo economico e fortemente competitivo come quello dell’automotive.

“Il mercato non ha ancora adeguatamente valutato le potenzialità della fusione tra Fiat e Chrysler in termini di economie di scala, maggiore potere contrattuale nei confronti dei fornitori e di espansione sul mercato americano per i marchi di casa Fiat”, dice Richard Hilgert analista azionario di Morningstar.

“Nei prossimi cinque anni il fatturato è previsto in crescita a un tasso medio del 4%, mentre i margini di profitto dovrebbero salire progressivamente, mostrando i miglioramenti più significativi nel lungo periodo”. 

 

Per leggere l'analisi completa su Fiat Chrysler Automobiles clicca qui.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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