Le partnership premiano Dongfeng

Il gruppo cinese mette a segno un altro semestre positivo. Il fatturato sale grazie agli accordi commerciali e alle joint venture con altre case automobilistiche e i margini di crescita del mercato interno fanno ben sperare per il futuro. 

Francesco Lavecchia 14/10/2014 | 12:29
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Dongfeng non teme le limitazioni del Governo cinese al mercato delle auto e festeggia un altro semestre da record. Rispetto allo scorso anno, a fine giugno il giro d’affari dell’azienda cinese ha registrato una crescita del 30,3%, il margine industriale è salito dal 19,2% al 21,3% grazie al lancio di nuovi prodotti e al favorevole andamento dei tassi di cambio, e il margine netto ha guadagnato 140 punti base.

Le previsioni dei nostri analisti indicano un progresso medio del fatturato del 18% nei prossimi cinque anni per effetto del prezioso contributo offerto dalle joint venture con Renault e altre case automobilistiche che negli ultimi anni le ha permesso di sovraperformare il trend del mercato interno e di battere la concorrenza. Dall’ingresso nel Wto (World Trade Organization) nel 2001, inoltre, la Cina è diventata il primo mercato al mondo dell’auto, Nonostante alcune limitazioni agli acquisti siano state adottate nelle grandi città metropolitane, presenta ancora grossi margini di crescita per effetto dell’espansione del tasso di urbanizzazione e della crescita del reddito medio delle famiglie.

Il rischio clima non spaventa Dongfeng
Nel 2012 il fatturato generato da accordi di partnership con altri produttori globali ha rappresentato il 70% del giro d’affari complessivo. Questo strumento non le consente solo di sostenere le vendite, ma anche di diversificare la sua offerta e di conseguenza il rischio. I ricavi continueranno a essere trainati dal segmento auto, le cui vendite saliranno a un tasso medio annuo del 7,9%, mentre quello dei veicoli commerciali continuerà a mantenersi debole. La concorrenza si farà sempre più alta e questo penalizzerà i margini di profitto.

Uno dei principali rischi per il gruppo cinese è quello legato alla possibilità che l’allarme ecologico possa indurre Pechino a introdurre nuove limitazioni alle vendite di autoveicoli. Il problema dell’inquinamento atmosferico, specie nelle grandi città, è diventato preoccupante, ma lo Stato è azionista in otto dei dieci maggiori produttori del settore, tra cui anche Dongfeng. Crediamo, quindi, che sia più propenso a intervenire su altre variabili come le infrastrutture per i trasporti piuttosto che limitare il mercato dell’auto. 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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