L’Etf va nella nicchia dello scisto

Anche fra i replicanti cresce la domanda di Mlp, società che collegano estrattori e distributori di shale energy. L’investitore riceve un dividendo periodico.

Azzurra Zaglio 29/09/2014 | 14:59
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L’energy è ancora capace di scaldare gli Etf. Soprattutto nel segmento creato dall’estrazione di gas e petrolio di scisto negli Stati Uniti. Una delle ultime tendenze è l’investimento nelle Mlp (Master Limited Partnership, infrastrutture energetiche statunitensi che, come autostrade, collegano chi estrae a chi distribuisce gas di scisto e petrolio) con le quali stanno prendendo sempre maggiore confidenza anche gli investitori italiani.

I volumi attesi degli investimenti in questa categoria fanno pensare a un settore strategico e ancora poco sfruttato: la Interstate Natural Gas Association of America (Ingaa) ha calcolato una spesa di 641 miliardi di dollari per l'ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture energetiche midstream (aziende impegnate nel prelievo, trattamento, trasporto e stoccaggio di petrolio, gas e prodotti raffinati) negli Stati Uniti. Presto poi assisteremo a una nuova fase verso la cosiddetta grid parity, in cui le fonti di energia rinnovabili dipenderanno sempre più dalle tariffe feed-in, ossia i costi di riacquisto a cui la società compra l’energia prodotta dal privato. La tendenza verso un regime tariffario basato sul prezzo di mercato cambierà il settore e gli operatori si stanno già adattando.

Dal pedaggio al dividendo
Le Mlp sono società pubblicamente scambiate sui mercati azionari americani come semplici azioni (sono anche definite Ptp, publicy traded partnership) che operano attivamente nel settore dell’energia. Secondo il trade group che le rappresenta (National Association of Publicy Traded Partnership o NAPTP), negli Stati Uniti ci sono 144 Ptp quotate. Di queste, 116 sono classificate come Mlp. La capitalizzazione totale di mercato di quest’ultime è di circa 591 miliardi di dollari.

Le Mlp hanno un sistema “a pedaggio”: le società estrattrici pagano ogni trimestre alla società che gestisce il sistema di trasporto una tariffa per ogni litro di gas o petrolio prodotto e una parte di essa va all’investitore finale sotto forma di dividendo periodico. Il loro business, quindi, non dipende direttamente dal prezzo della materia prima, bensì dalla quantità estratta.

Fisco e rendimenti
I proventi che vengono distribuiti trimestralmente agli azionisti sono considerati come rendimento sul capitale e non come dividendi.

In termini di rendimenti, secondo dati Morningstar, negli ultimi cinque anni le performance su base annua hanno segnato circa +32%. In considerazione di ciò - e dello sviluppo rapido del settore - molti analisti, sono convinti che i rendimenti continueranno su questa linea.

L’Eia (Energy Information Administration), ad esempio, stima che la produzione Usa di tight oil raggiungerà il picco di 4,8 Mbg (milioni di barili al giorno) nel 2020, dai circa 3,5 attuali e quella del gas di scisto raddoppierà con 54 Bcf (billion cubic feet - miliardi di metri cubici) entro il 2040. Valori che hanno già messo in moto gli investimenti da destinare al potenziamento delle infrastrutture. L’Ingaa, infatti, ha già previsto un deposito di circa 31 miliardi di dollari (spalmati tra il 2011 e il 2035) per gli oleodotti e di circa 205 miliardi per gasdotti.

Mlp e replica
In tempi recenti sono stati lanciati in Europa alcuni prodotti che permettono di prendere esposizione su questa fetta di mercato. Il 10 giugno 2013, Source ha quotato a Londra il Morningstar US Energy Infrastructure MLP Ucits Etf, che si prefigge di replicare il Morningstar® MLP Composite IndexSM e fornisce un’esposizione all’infrastruttura energetica statunitense mediante Mlp. L’Etf è stato registrato per la vendita agli istituzionali anche in Italia.

Il benchmark è stato costruito dagli analisti americani di Morningstar Investment Management (Mim) ed è stato il primo in Europa a proporre un’esposizione diversificata a questo segmento del mercato energetico statunitense. Il paniere, lanciato nel 2010, fa riferimento al 97% dell’universo Mlp per capitalizzazione di mercato e, attualmente, include 57 componenti. “Benché la classe di attivi Mlp stia iniziando a maturare solo ora, nell’ultimo anno gli investimenti di Etf e fondi comuni in questi strumenti sono raddoppiati, in seguito all’aumento dell’interesse degli investitori per ciò che genera reddito”, spiega Sanjay Arya, senior vice presidente degli Indici Morningstar.

Nel settembre 2014 è stato quotato in Europa anche l’Etfs US Energy Infrastructure Mlp Go Ucits Etf, incentrato esclusivamente sulle Mlp midstream, che ha come indice di riferimento il Solactive US Energy Infrastructure Mlp Index TR. L’indice è stato costituito da Solactive nel marzo 2014 e include le prime 25 Mlp. Alla fine di giugno, il benchmark aveva un’esposizione al settore raccolta ed elaborazione del 36%, ai gasdotti del 23%, e agli oleodotti del 12% (il restante è tra condotti per prodotti raffinati e general partner). 

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Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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